Il Portogallo è di gran lunga il Paese membro che più dipende dagli aiuti europei.

"Di ogni dieci euro spesi dal settore pubblico, nove sono finanziati da fondi di Bruxelles", riporta il "Jornal de Notícias". Questa dipendenza, che preoccupa alcuni membri della classe politica portoghese, potrebbe essere messa in discussione durante la presentazione del prossimo quadro finanziario pluriennale, il 16 luglio.
"Il Portogallo è il Paese che dipende maggiormente dai fondi europei", titolava il Jornal de Notícias il 15 luglio , osservando che gli altri Stati membri dell'Unione Europea (UE) sono molto indietro in classifica. Citando una recente relazione della Corte dei Conti Europea, il quotidiano riporta che durante il programma di finanziamento Portogallo 2020 (2014-2020), i cui conti sono stati appena chiusi, il 90% degli investimenti pubblici portoghesi è stato finanziato dai fondi di coesione.
"Il Portogallo è quindi di gran lunga il Paese più dipendente", osserva il quotidiano. La Croazia è al secondo posto, con una dipendenza del 69%. Tra i Paesi geograficamente più vicini, la Spagna rappresenta il 25% dei fondi europei. La Francia raggiunge solo il 3%, pur essendo uno dei maggiori contributori, insieme a Germania, Italia e Spagna.
Il Fondo di coesione, destinato ad aiutare solo gli Stati membri meno sviluppati, ha permesso al Portogallo, entrato a far parte dell'Unione europea nel 1986, di investire in diversi settori per un importo di 7,7 miliardi di euro entro il 2024, sottolinea il Jornal de Notícias :
"La spesa pubblica finanziata dai fondi UE influisce su quasi ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini. Dall'uso dell'acqua e dal trattamento dei rifiuti, alle strade e ai trasporti pubblici, fino agli ospedali, agli asili nido, alle case di riposo e alle scuole."
Il Portogallo riceve più finanziamenti di quanti ne eroga all'UE. Nel 2024, tra il suo contributo e quanto ricevuto, il Paese ha generato un "utile" di 3,7 miliardi di euro, pari all'1,3% del suo prodotto interno lordo (PIL). Secondo uno studio della Banca del Portogallo, l'utile del Paese derivante dai fondi UE ha rappresentato in media l'1,6% del PIL tra il 1996 e il 2024.
Ma questa “eccessiva dipendenza dai fondi di coesione”, nota il quotidiano, che alcuni ministri portoghesi considerano “preoccupante” o un “errore”, potrebbe finire presto, perché “la politica di coesione è al centro di accese discussioni e controversie, in vista della presentazione del prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE, prevista per mercoledì 16 luglio”. “Inoltre, il Portogallo attende con impazienza di vedere se ci saranno tagli di bilancio o modifiche al modello di distribuzione”, conclude il Jornal de Notícias .