Giardini pensili, religione, ruolo delle donne: la scoperta di un poema di 3000 anni offre una nuova prospettiva sul funzionamento dell'antica città di Babilonia

Questo poema babilonese era andato perduto per oltre duemila anni. Per secoli, nessuno lo lesse o lo declamò. Le tavolette d'argilla su cui erano incise le sue 250 strofe in caratteri cuneiformi rimasero sparse, essendo state spezzate in una trentina di frammenti.
Anche una volta assemblato, questo inno lirico celebrativo di Babilonia è rimasto in gran parte illeggibile. Ma team delle Università di Baghdad (Iraq) e Monaco di Baviera (Germania), lavorando con un'intelligenza artificiale in grado di rilevare corrispondenze invisibili a occhio nudo, sono riusciti all'inizio di luglio a decifrare questo testo, composto 3.000 anni fa in accadico.
Descrive con rara dovizia di particolari la città di Babilonia, i suoi giardini pensili, i suoi templi, le sue strade, la sua organizzazione urbana, le sue credenze, le sue gerarchie sociali.
Fornisce inoltre nuove informazioni sul ruolo delle donne in questa società e offre affascinanti spunti storici, filosofici e scientifici sulla vita quotidiana nella capitale di questa civiltà scomparsa.
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