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Giustizia minorile: il Consiglio costituzionale censura diversi articoli chiave della legge Attal

Giustizia minorile: il Consiglio costituzionale censura diversi articoli chiave della legge Attal
Giovedì scorso, il Consiglio costituzionale ha censurato diversi articoli chiave del disegno di legge di Gabriel Attal volto a rafforzare la giustizia minorile, approvato dal Parlamento a metà maggio.

Giovedì, il Consiglio Costituzionale ha censurato diversi articoli chiave del disegno di legge di Gabriel Attal per inasprire la giustizia minorile, approvato dal Parlamento a metà maggio, tra cui quello che annulla il principio della riduzione della pena per i minorenni. In totale, il Consiglio ha dichiarato incostituzionali sei articoli (di cui uno solo parziale) di questo disegno di legge, che mira a "rafforzare l'autorità del sistema giudiziario sui minorenni autori di reato e sui loro genitori".

Il Consiglio era stato contattato da parlamentari di sinistra, i quali ritenevano che molti articoli di questa legge, introdotta dal leader dei deputati macronisti all'Assemblea Nazionale e sostenuta dal Ministro della Giustizia Gérald Darmanin, fossero contrari ai principi della giustizia minorile in Francia. In particolare, chiedevano di censurare l'articolo che invertiva il principio della "scusa della minoranza", secondo cui un minore è punito meno severamente di un adulto.

Il testo adottato prevedeva che l'attenuazione della pena per i minori di età superiore ai 16 anni, nei casi di recidiva punibili con almeno cinque anni di reclusione, non sarebbe più stata la regola, ma l'eccezione. In questo caso, spettava al giudice giustificare l'attenuazione della pena. Per i Saggi, l'articolo ignorava "il principio dell'attenuazione della responsabilità penale dei minori in base all'età, che è un requisito costituzionale".

Tra le altre misure chiave censurate figuravano l'istituzione di una procedura di comparizione immediata per i recidivi di età pari o superiore a 16 anni e di una procedura di udienza unica. Riguardo alla prima, il Consiglio ha ritenuto che questa nuova disposizione violasse i principi fondamentali della giustizia minorile, in quanto richiedono "l'istituzione di procedure appropriate per il recupero educativo e morale".

Si tratta di un principio costituzionale ispirato all'ordinanza del 1945 che stabilisce le norme di procedura penale specifiche per i minori in Francia, e spesso invocato in aula dai deputati di sinistra durante i dibattiti: il primato dell'istruzione sulla repressione.

Il Consiglio ha invece dichiarato conformi diversi articoli, tra cui quello che prevede una circostanza aggravante per le pene previste per il reato di inadempimento da parte di un genitore dei propri obblighi legali, quando ciò abbia indotto direttamente il figlio minore a commettere un reato o un illecito.

RMC

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