Superare le paure con la realtà virtuale: la tecnologia al servizio dei fobici

Claustrofobia, agorafobia, paura dei ragni, delle altezze o persino di volare: 6 milioni di francesi soffrono di disturbi d'ansia o fobici. E per liberarsene, esiste un solo vero rimedio: affrontare la propria paura.
Grazie alla realtà virtuale (VR), questa esposizione avviene ora in un ambiente sicuro, indossando un visore. Il principio: immergere il paziente in ambienti virtuali ultrarealistici, adattati alla sua fobia.
- Una persona soggetta a vertigini si ritrova in cima a un grattacielo, invitata ad avanzare sopra il vuoto.
- Un agorafobico sperimenta l'affollamento del vagone della metropolitana.
- Una persona con paura di volare si siede virtualmente su un A380 durante il decollo.
- E i più coraggiosi affrontano addirittura uno squalo virtuale in mare aperto per superare la paura dell'oceano.
Altri programmi sono mirati alle fobie sociali, come la paura di parlare in pubblico.
Dietro questa innovazione c'è una start-up con sede a Tolone, C2Care , pioniera nel trattamento delle fobie tramite realtà virtuale. Il protocollo è semplice: una decina di sedute di circa mezz'ora, supervisionate da uno psicologo. Il vantaggio?
- L'esperienza rimane meno stressante del confronto reale,
- Lo schermo crea una distanza rassicurante,
- E l'aspetto divertente del visore aiuta a disinnescare la paura. In caso di panico, basta un'azione: spegnere la simulazione e la fonte della paura scompare.

Non si tratta solo di un gadget high-tech. Questi programmi si basano su un metodo collaudato: la terapia dell'esposizione, utilizzata da decenni in psicologia. La versione virtuale ne è un'estensione moderna, più accessibile e altrettanto efficace.
Gli studi condotti, in particolare sulla paura di volare, hanno mostrato risultati paragonabili a quelli di esperienze reali. Tutto dipende dalla qualità dell'immersione, dalla progressività dello scenario e, soprattutto, dal supporto del terapeuta.
Il programma C2Care è stato sviluppato in collaborazione con l'Ospedale Conception di Marsiglia, sotto la supervisione di un comitato scientifico di psichiatri e psicologi. Ogni simulazione rispetta specifiche precise: ad esempio, per il trattamento delle vertigini, la prima sessione si svolge a pochi metri da terra... l'ultima, in cima a un edificio.
La realtà virtuale non si limita più alle paure irrazionali. Viene utilizzata anche per aiutare i pazienti a combattere le dipendenze (tabacco, alcol, cibo, ecc.) o per trattare traumi, in particolare tra i soldati affetti da disturbo da stress post-traumatico.
Esponendo i pazienti a situazioni simulate, gli psicologi possono osservare le loro reazioni emotive, adattare l'ambiente e guidarli verso la vera liberazione. Grazie alla realtà virtuale, affrontare le proprie paure non è mai stato così sicuro. Dalla paura dell'altezza alla paura di parlare in pubblico, la tecnologia ora consente di riprogrammare il cervello in modo sicuro, un visore alla volta.
RMC