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L’Italia entra nell’Alleanza per il nucleare della Francia

L’Italia entra nell’Alleanza per il nucleare della Francia

Il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che l’Italia entrerà a far parte dell’Alleanza per il nucleare a partire dal prossimo 16 giugno, in occasione del Consiglio europeo sull’Energia. La decisioni del Governo va verso un ruolo più attivo dell’Italia nello sviluppo e nell’installazione di tecnologie nucleari.

L’esecutivo ha fatto alcuni passi per provare a reintrodurre la produzione di energia dalla fissione dell’uranio in Italia. Nonostante le leggi passate però, il Governo sembra puntare esclusivamente su tecnologie che non sono ancora state utilizzate su scala commerciale in nessun altro Paese.

L’Italia aderirà all’Alleanza nucleare

L’annuncio dell’adesione dell’Italia all’Alleanza nucleare è stato fatto in occasione di Pianeta 2030, il festival del Corriere della Sera a tema ambiente ed energia, in corso a Milano. Il ministro dell’Ambiente ha sottolineato l’importanza del gesto:

In occasione del prossimo Consiglio Energia, previsto il 16 giugno a Lussemburgo, l’Italia aderirà all’Alleanza per il nucleare. Formulerò la dichiarazione di adesione all’Alleanza per il nucleare. Quindi passiamo da osservatori a veri e propri attori, perché c’è una scelta del governo in questa direzione. Oggi consumiamo 310 miliardi di kilowattora e la previsione è che già nel 2040 saremo a 600 miliardi. Da qualche parte, quindi, dobbiamo produrre l’energia.

Il nucleare civile in Italia è stato accantonato dopo il referendum del 1987. Tutte le centrali sono state spente, i progetti in costruzione fermati e ogni investimento pubblico vietato. Il governo Berlusconi cercò di riavviare la produzione di energia dalla fissione dell’uranio in Italia nel 2011, ma un nuovo referendum bloccò il progetto.

Cos’è l’Alleanza nucleare

L’Alleanza nucleare è un gruppo di Paesi europei fondato nel 2023 su iniziativa della Francia. È stata creata con lo scopo di “riunire tutti i Paesi d’Europa che vogliono appoggiarsi sull’energia nucleare, al fianco delle rinnovabili, per realizzare la loro transizione energetica”. Al momento, ne fanno parte:

  • Bulgaria;
  • Croazia;
  • Finlandia;
  • Francia;
  • Paesi Bassi;
  • Polonia;
  • Repubblica Ceca;
  • Romania;
  • Slovacchia;
  • Slovenia;
  • Ungheria.

L’Italia vi è entrata fin da subito, ma soltanto come membro osservatore ma, dal 16 giugno, passerà a essere membro attivo. Si tratta di una mossa soprattutto politica, che avvicina il nostro Paese alla visione di mix energetico sostenibile della Francia, dove più del 40% dell’energia totale prodotta deriva dalle numerose centrali nucleari dislocate nel Paese.

A che punto è il ritorno al nucleare dell’Italia

Nel 2025, il Governo di Giorgia Meloni ha avviato le prime azioni concrete per il ritorno del nucleare civile in Italia. A febbraio è stata approvata dal Parlamento la legge delega sul nucleare, che dà libertà al governo di legiferare in merito entro 24 mesi e stanzia i primi 20 milioni di euro.

È stata poi fondata Nuclitalia, una società controllata da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo che si occuperà di studiare le tecnologie nucleari più avanzate e analizzare le opportunità di mercato presenti in Italia per lo sviluppo di progetti per reattori nucleari.

Il Governo ha spesso sottolineato che Nuclitalia deve puntare sugli Smr, gli small modular reactor. Si tratta di reattori nucleari di piccole dimensioni (trasportabili su gomma) che possono essere installati in maniera modulare, quindi aggiungendoli o disinstallandoli a seconda delle necessità.

Si tratta della tecnologia più avanzata in assoluto nella fissione nucleare, ma nessuna società al momento vende Smr. Gli unici modelli funzionanti derivano da esperimenti per verificare la fattibilità di reattori simili. Tutti gli altri progetti sono in fase di sviluppo.

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