Mps, fissata al 35% la soglia minima di adesioni per la scalata a Mediobanca

MILANO – Monte dei Paschi fissa al 35% la soglia minima di adesioni per la validità dell’Offerta di acquisto e scambio volontaria e totalitaria su Mediobanca. Questo è quanto emerge dal prospetto informativo pubblicato giovedì sera per l’Ops che propone 2,533 titoli del Monte per ogni azione di Piazzetta Cuccia.
Come già fatto da Banca Bper su Popolare di Sondrio, l’istituto guidato da Luigi Lovaglio si è posto un traguardo basso, anche se l’obiettivo, derogabile, dell’offerta resta arrivare al 66,7% per realizzare maggiori sinergie. Considerata anche l’ipotesi di un’adesione oltre il 90%, che porterebbe al delisting. Mediobanca aveva chiesto alla Consob che Mps esplicitasse le sinergie realizzabili, in caso di non raggiungimento del controllo (50,1%).
Nel documento d’Offerta si spiega però che in caso di mancato raggiungimento del controllo ci vorrà più tempo per realizzare le sinergie, «in un orizzonte temporale più esteso di circa 12-18 mesi, con almeno il raggiungimento di circa il 50% delle sinergie attese nei tre anni successivi» all’Offerta e quindi «prevedendone la piena attuazione nella prima parte del 2030»
Le soglieQuanto alle Dta, ovvero le attività fiscali differite di Mps, se l’Ops raggiungesse il 50,1%, Mps potrebbe accelerare l’utilizzo avendo una base imponibile allargata a Mediobanca, con 1,3 miliardi di Dta attualmente fuori bilancio, che potrebbero salire a 2,9 miliardi totali, e con la generazione nei successivi 6 anni di «un significativo beneficio di capitale», pari a 0,5 miliardi all’anno.
Detto questo, con l’asticella minima al 35%, Mps è già vicina al traguardo dato che verosimilmente alcuni azionisti di Mediobanca, come la Delfin della famiglia Del Vecchio (19,9% del capitale) e il gruppo Caltagirone (9,9%) che sono anche soci della banca senese e parti correlate, aderiranno all’Offerta. Stesso discorso per altri azionisti della banca guidato da Alberto Nagel come le casse previdenziali (accreditate al 5%) o per la Edizione dei Benetton (2,1%) che erano tra i soci di Mediobanca pronti ad astenersi, o votare contro, all’Ops alternativa proposta da Nagel su Banca Generali in cambio del 13,1% del Leone di Trieste, che a questo punto pare un progetto accantonato. Sul punto, il Monte "si riserva" di valutare "compiutamente" l'ops di Mediobanca su Banca Generali "una volta disponibili eventuali ulteriori informazioni rilevanti".
Le sinergieL’offerta che partirà il 14 luglio, durerà 40 giorni di Borsa aperta per concludersi l’8 settembre, salvo eventuali proroghe. Intanto in mezzo al periodo di adesione, ovvero il 5 agosto, Mps annuncerà i risultati della semestrale, da cui emergerà una fotografia più aggiornata dello stato di salute della banca. Alla fine del primo trimestre, il Monte era uno degli istituti più solidi di Piazza Affari, con un indice Cet1 pari al 19,6%, un fattore che secondo gli analisti lascia presagire che Lovaglio abbia margine per un rilancio in contanti. Nel caso l’Ops raggiungesse il 100%, Mps stima che il Cet1 si attesterà al 17,8%, con il 66,6% delle adesioni calerà al 16,6%, con il 50% dei titoli al 16,2% e con la soglia minima del 35% al 15,6%, quindi rilanciare e avere più azioni conviene anche per la solidità patrimoniale.
Lo scontoIntanto gli investitori, soprattutto hedge, che nei giorni scorsi hanno arrotondato le loro quote, si posizionano sull’Offerta e giovedì in Borsa i titoli si sono mossi in parallelo: Mps è salita dello 0,46% a 7,06 euro come Mediobanca (+0,46% a 18,58), pertanto lo sconto è stabile al 3,7% (o circa 600 milioni).
Mercoledì sera alla cena Mps per la festa del Palio (che invece si è tenuto giovedì) erano presenti, a tavoli diversi, il presidente di Delfin Francesco Milleri e Alessandro Caltagirone, Milleri era al tavolo di Lovaglio, mentre Francesco Gaetano Caltagirone ha lasciato Siena mercoledì pomeriggio.
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