Terre rare e litio, parte la caccia in Lombardia: è l’alba di una nuova era mineraria? Ecco le zone interessate

Milano – L’Italia ha dato il via libera al Programma nazionale di esplorazione mineraria generale, un piano ambizioso da 3,5 milioni di euro che coinvolgerà oltre 400 specialisti nella ricerca di materie prime critiche (come litio e terre rare) su tutto il territorio nazionale. Tra i 14 siti principali individuati, la Lombardia emerge come una delle regioni protagoniste di questa nuova frontiera dell’indipendenza strategica europea, con ben quattro progetti di ricerca che interesseranno diverse aree della regione.
Cosa sono le materie prime critiche e perché sono così importantiLe materie prime critiche sono elementi essenziali per l’industria moderna, dalla transizione energetica ai sistemi di difesa avanzati. Si tratta di materiali come litio, terre rare, fluorite, barite, rame, tungsteno e molti altri che, pur essendo fondamentali per settori strategici quali energia, industria, difesa e commercio, sono caratterizzati da un’elevata concentrazione della produzione mondiale in pochi paesi, talvolta politicamente instabili.
La loro importanza è cresciuta esponenzialmente con le nuove tensioni geopolitiche. La dipendenza da fornitori esterni (come Cina, Russia e Stati Uniti) espone l’Europa a possibili interruzioni delle forniture per cause diverse: dalle politiche protezionistiche ai conflitti, dagli eventi naturali agli incidenti tecnologici. In questo scenario, la ricerca di giacimenti domestici è diventata una priorità assoluta per la sicurezza nazionale e dell’Unione europea.

Il programma prevede, almeno nella prima fase, esclusivamente indagini non invasive. Gli specialisti utilizzeranno tecnologie all’avanguardia: immagini telerilevate, rilievi geologici, geochimici e geofisici con strumenti avanzati e software di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati. Solo in un secondo momento, se necessario, si procederà con sondaggi diretti effettuando scavi ad opera di compagnie minerarie.
Questa metodologia non invasiva comprende rilievi geologici per mappare le caratteristiche del territorio, indagini geofisiche anche tramite sensori trasportati da aerei ed elicotteri, tecniche di telerilevamento tramite satelliti e droni, e persino tecniche innovative come la rilevazione delle particelle cosmiche. L’utilizzo estensivo dell’intelligenza artificiale permetterà di analizzare sia i dati storici che quelli acquisiti ex-novo, compresa la modellistica tridimensionale.
I tesori nascosti delle Alpi lombarde: fluorite, barite e terre rareIl primo e più importante progetto riguarda le mineralizzazioni a fluorite, barite e terre rare nelle Alpi meridionali centro-orientali. Questa zona, che si estende tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, è storicamente nota per la presenza di importanti giacimenti di fluorite che sono stati coltivati fino agli anni ‘80-’90 del secolo scorso.
Le aree di maggiore interesse si concentrano nelle province di Brescia e Bergamo, dove si trovano le storiche miniere di Torgola, Presolana e Paglio Pignolino, oltre al Varesotto con i siti di Brusimpiano, Valvassera-Valganna e Porto Ceresio. La produzione storica di quest’area ammontava a 4,25 milioni di tonnellate di fluorite fino ai primi anni ‘70.
Gorno: un distretto minerario da riscoprireIl distretto minerario di Gorno, situato tra Val Seriana, Val di Riso e Val Brembana in provincia di Bergamo, rappresenta uno dei progetti più promettenti per il recupero di materie prime da rifiuti estrattivi. Quest’area, caratterizzata da depositi di zinco, piombo e argento associati a fluorite e barite, conserva nelle sue discariche storiche un potenziale stimato di circa 25.000 tonnellate di zinco e 4,5 tonnellate di gallio.
Il progetto prevede una mappatura dettagliata delle discariche presenti nel distretto, sia di materiale di scarto che di scarti di lavorazione, con campionamento e caratterizzazione per valutare i tenori presenti nei diversi siti e stimare i volumi disponibili.
Valmalenco e la frontiera del nichelIn provincia di Sondrio, la Valmalenco offre un’opportunità unica per il recupero di nichel dall’awaruite, una lega naturale ferro-nichel presente negli scarti di estrazione e lavorazione del serpentino. Questa lega naturale possiede un’elevata suscettività magnetica che la rende facilmente separabile e ottimale per i successivi processi di estrazione del nichel.
Il progetto valuterà i quantitativi e le tipologie di scarti prodotti, dalla segmentazione ai residui di segagione, e la distribuzione dell’awaruite nei vari siti estrattivi per ottimizzare i processi di recupero.
Il litio non convenzionale in LombardiaLa Lombardia rientra anche nel progetto nazionale per la ricerca di risorse non convenzionali di litio, elemento cruciale per le batterie della transizione energetica e individuabile, ad esempio, nelle argille, nelle rocce sedimentarie, o nelle acque geotermiche.
In Lombardia, la ricerca si concentrerà nelle aree vulcano-sedimentarie permiane delle province di Bergamo e Brescia. Questo studio copre il potenziale del sistema orogenetico Alpi-Appennino e prevede la comprensione del ciclo geochimico del litio dalla fase post-collisionale varisica fino agli attuali sistemi termali e geotermici.
Una scommessa per l’indipendenza strategicaIl programma nazionale di esplorazione mineraria rappresenta una scommessa cruciale per ridurre la dipendenza dell’Italia e dell’Europa dalle importazioni di materie prime critiche. La Lombardia, con la sua ricca storia mineraria e le sue potenzialità geologiche, si candida a diventare un tassello fondamentale di questa strategia di indipendenza. Il successo di questi progetti potrebbe non solo garantire forniture sicure di materiali strategici, ma anche rilanciare un settore che ha profonde radici storiche nella regione, questa volta con tecnologie moderne e un approccio sostenibile.
Il Giorno