Turismo, Roma genera 8,5 miliardi di ricchezza

Turismo, le città battono il mare: nell’edizione 2025 del report “La ricchezza dei comuni turistici”, realizzato da Sociometrica per il Sole 24 Ore si conferma lo scenario italiano fotografato dall’ultimo report del 2023, calcolando sulla base delle presenze ufficiali (dati Istat), e la stima di quelle “sommerse” legate agli affitti brevi, le spese dei turisti per alloggio, trasporti, commercio, servizi culturali e tutto il resto. Nel 2024 Roma risulta dunque il primo comune italiano per valore aggiunto generato dal turismo, con 13,3 miliardi di euro (erano 8,5 nel 2022). Seconda Milano con 4,7 miliardi (erano 3,6 nel 2022), seguita da Venezia con 3,4 (erano 3), Firenze con 3 (erano 2,5), Rimini e Napoli con circa 1,5 miliardi ciascuno (stabili rispetto al 2023). Un podio immutato rispetto all’ultima rilevazione.
Per completare la top ten, da segnalare la presenza dei comuni veneziani di Cavallino-Treporti (con 1,4 miliardi ri ricchezza prodotta), San Michele al Tagliamento (pure 1,4 miliardi) e Jesolo legati alla forte offerta ricettiva anche extra-alberghiera come i campeggi. Chiude la classifica Bologna con 1,2 miliardi.
«In una tendenza generale di crescita, che vede il valore aggiunto totale passare da 115,5 miliardi nel 2023 a 117,1 nel 2024, si conferma il primato di una città come Roma, non solo “turistica” in senso stretto, ma capace di attirare anche tutto un indotto legato ad altri ambiti, dal business allo sport: in questi ultimi dieci anni l’innovazione alberghiera, gli investimenti in questo settore e nelle tecnologie, insieme alle dinamiche economiche più generali, sostenute anche dagli investimenti pubblici, hanno favorito le città», spiega Antonio Preiti, curatore dello studio, docente di destination management all’Università di Firenze. Viene premiata l’offerta «multi-gamma» delle città, che include cultura, sport, musica shopping, lavoro, formazione e un interesse vivo tutto l’anno.
Una lettura confermata dai numeri delle presenze turistiche nelle maggiori destinazioni prese in esame nel periodo compreso tra il 2014 e il 2024. La città con l’incremento più rilevante è Bari (+125,1%), seguita da Bergamo (+117,4%) - capitale italiana della cultura con Brescia nel 2023 -, Como (+97,9%), Lecce (+93,8%), Trieste (+93,5%), Bologna (+92%), Verona (+84,6%), la stessa Roma (+80%), Bolzano (+68%), Bressanone (+64,1%). «Crescono da una parte le città, le località alpine e i laghi del Nord. Dall’altra soffrono le località balneari. Tra le dieci destinazioni che hanno registrato le peggiori performance turistiche tra il 2014 e il 2024, otto sono destinazioni di mare. In particolare, Grosseto e Cattolica mostrano cali significativi, pari rispettivamente al -14,4% e al -12,6%, negativi anche Rosolina (-6,9%), Ischia (-6,3%), San Vincenzo (-2,4%) e Orbetello (-1,7%), fino a Rimini (-0,8%), simbolo del turismo balneare italiano», osserva ancora Preiti: «Questi dati suggeriscono una forte necessità di ripensamento strategico dell’offerta delle località balneari tradizionali, incentivando investimenti non solo in infrastrutture, ma anche e soprattutto in nuovi prodotti turistici esperienziali, innovazione digitale e sostenibilità ambientale».
Sulla produzione di ricchezza delle destinazioni turistiche pesa anche il fenomeno degli affitti brevi. Lo studio di Sociometrica stima che nel 2024 a Roma siano state offerte sulle piattaforme digitali 32.287 unità di soggiorno dalle 18.966 del 2021. A Milano 18.491 (12.658), a Firenze 12.167 (da 8.318), a Napoli 9.444 (da 6.609), a Venezia 8.102 (da 7.474), per citare le città con più presenze. «È un fenomeno trainato dal modelle delle seconde case del Sud, che prima avevano magari un circuito informale e che con le piattaforme vengono ora immesse sul mercato. Sono un problema nelle grandi città perché non si trovano più case per lavoratori e studenti. Nei piccoli centri generano un’economia che vive 3-4 settimane all’anno: non creano impresa, non creano redditi come può fare un albergo, rimanono una rendita», spiega Preiti: «Siracusa ha 3.177 case offerte sulle piattaforme contro 61 alberghi, Olbia ne ha 2.958 contro 68, Alghero 2.336 contro 45, Sorrento 2.007 contro 82. È un modello che non porta genera ricchezza. È emerso ormai da qualche anno ma ora sta esplodendo».
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