Argentina, Milei sconfitto alle elezioni di Buenos Aires: il peronismo resiste all’assalto dell’ultradestra liberista

Il flop di Javier

Le prove generali in vista delle elezioni legislative di metà mandato, con gli argentini chiamati al voto per rinnovare metà della Camera e un terzo del Senato, sono state un mezzo flop.
Il presidente Javier Milei esce con le ossa rotta dalle elezioni tenute domenica nella provincia di Buenos Aires, la capitale del Paese e “culla” del peronismo. Nelle urne si votava per per rinnovare la metà delle due camere del parlamento provinciale, oltre che per l’elezione di vari funzionari: il partito di Milei, La Libertad Avanza, ha ottenuto il 34 per cento dei voti contro il 47 per cento di Fuerza Patria, partito peronista e principale forza di opposizione al governo.
Milei aveva infatti spinto molto su questo voto che, seppur locale, aveva in realtà dei chiari risvolti nazionali: il leader dell’ultradestra liberista si era speso personalmente, puntando a vincere nella roccaforte del peronismo per “mettere l’ultimo chiodo alla bara del kirchnerismo”, dal nome dell’ex presidente Nestor Kirchner e di sua moglie, l’ex presidente peronista Cristina Fernandez de Kirchner, attualmente agli arresti domiciliari.
Invece dalle urne è arrivato un duro stop al presidente, che da settimane deve fare i conti con gli effetti dello scandalo politico che ha coinvolto la sorella Karina, suo capo di gabinetto e persona più influente del governo. Karina Milei è infatti accusata, in un audio diffuso dal programma Data Clave, di aver intascato tangenti da aziende farmaceutiche in cambio dell’appalto per la fornitura di farmaci e altri prodotti sanitari all’Agenzia nazionale per la disabilità. A tirarla in ballo era stato l’ex direttore dell’Agenzia, Diego Spagnuolo, un fedelissimo di Milei, poi licenziato dallo stesso presidente. Pur negando qualsiasi coinvolgimento della sorella nella vicenda, gli effetti del caso si sono fatti sentire: il suo consenso per la prima volta dalla sua elezione alla ‘Casa Rosada’ è scesa sotto il 40 per cento.
Un quadro certamente non brillante per Milei, atteso il 26 ottobre alle “mid-term” argentine. Per La Libertad Avanza in realtà è probabile un risultato positivo rispetto all’attuale situazione in Parlamento, dove può contare su soli 7 senatori su 72 e 39 deputati su 257, dovendo per questo motivo fare continuamente ricorso al sostegno degli altri partiti di destra e centrodestra. Con queste basi, qualsiasi risultato il 26 ottobre sarà comunque un chiaro miglioramento, ma non è certo che Milei possa ottenere una maggioranza parlamentare per governare senza ostacoli o la necessità di un sostegno esterno.
Elezioni, quelle svolte domenica per la provincia di Buenos Aires, che hanno avuto anche un secondo effetto: far emergere il profilo di un possibile nuovo leader per l’opposizione peronista di sinistra. Si tratta di Axel Kicillof, attuale governatore della provincia ed ex ministro dell’Economia di Cristina Kirchner: Kicillof si è speso in prima persona durante la campagna elettorale e potrebbe diventare il volto da schierare come rivale di Milei alle prossime presidenziali.
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