Attacco a Gerusalemme: 6 morti mentre a Gaza l’Idf fa 65 vittime

Attacco a Gerusalemme sei morti su un autobus
Uccisi i due attentatori, Hamas: “Azione eroica”. La condanna dell’Anp

Gerusalemme, un lunedì di sangue. È di sei morti e diversi feriti gravi il bilancio dell’attacco terroristico con sparatoria all’incrocio di Ramot, a Gerusalemme Est. I feriti in gravi condizioni sono stati trasportati negli ospedali della capitale. Uccisi i due attentatori, che erano saliti su un autobus e avevano aperto il fuoco sui passeggeri Ore 10,15 del mattino, due armati spuntano all’incrocio che a quell’ora è affollato di settler, di religiosi, di gente che va al lavoro. C’è il pullman della linea 62 che ha appena fatto la sua fermata. Gli spari sono rapidi, ripetuti. Qualcuno prova a buttarsi fuori dal bus: viene eliminato.
I terroristi sparano anche sulle macchine di passaggio, finché due passanti – un ultraortodosso e un soldato – non riescono a rispondere al fuoco e ad eliminarli. Secondo le prime indagini dello Shin Bet (sicurezza interna) e della polizia, i due terroristi sono entrati attraverso una breccia nella recinzione. Secondo i media palestinesi gli autori dell’attacco sarebbero Mohammad Taha e Muthanna Amro del villaggio di Qatanna, vicino a Gerusalemme. Secondo quanto riportato, Amro sarebbe uno studente dell’Università di Birzeit, vicino a Ramallah. Nessuna conferma ancora sulle loro identità da parte di Israele. Gli attentatori hanno usato «Carlo»: scelta a basso costo ma comunque letale e da anni usata nel conflitto per azioni in ambiente urbano. Il nome si ispira alla mitraglietta svedese Carl Gustav mentre la parte tecnica ricorda, alla lontana, quelle di altre armi «semplici» come lo Sten inglese della Seconda guerra mondiale. Qualcosa da poter realizzare in un’officina usando materiale facilmente reperibile, come tubi, molle, congegni non certo militari.
Le autorità israeliane hanno reso noti i nomi di quattro delle sei vittime dell’attentato. Si tratta del rabbino Levi Yitzhak Fash, addetto alla manutenzione della yeshivà Kol Torah nel quartiere Ramot; Yaakov Pinto, residente a Gerusalemme di 25 anni; il rabbino Israel Menatzer, di Ramot, 28 anni; il rabbino Yosef David, di 43 anni. Yaakov Pinto era un nuovo immigrato dalla Spagna e si era sposato da poco. Lo Shin Bet ha annunciato l’arresto di un uomo sospettato di aver guidato l’auto che ha portato i due attentatori sul luogo dell’attacco a Gerusalemme est. Lo scrive il sito di Haaretz spiegando che l’uomo arrestato è un residente di Gerusalemme est. Hamas, che pure non sembra direttamente responsabile, ha elogiato «l’azione eroica» del commando.
Lo stesso hanno fatto le Brigate Al-Quds, braccio armato della Jihad islamica palestinese. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha invece condannato l’attentato. “Condanniamo qualsiasi attacco contro civili palestinesi e israeliani e ogni forma di violenza e terrorismo, indipendentemente dalla loro origine”, si legge in una nota della presidenza Anp riportata dall’agenzia Wafa. Il ministro delle Finanze israeliano, uno dei leader dell’ultradestra Bezalel Smotrich, ha accusato l’Autorità nazionale palestinese: «Lo Stato di Israele non può accettare un’Autorità nazionale palestinese che cresce ed educa i propri figli per uccidere gli ebrei», scrive su X, «l’Autorità nazionale palestinese deve scomparire dalla mappa e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun» (le città di Gaza ridotte in macerie nella guerra).
«Siamo impegnati in una grande guerra contro il terrorismo», ha detto il premier Benjamin Netanyahu, giunto sul luogo dell’attentato. «Stiamo inseguendo e circondando i villaggi da cui provengono i terroristi». “L’attentato sconvolgente ci ricorda ancora una volta che stiamo combattendo contro il male assoluto”, dichiara il presidente israeliano Isaac Herzog. Si muore a Gerusalemme. Si continua a morire a Gaza. Sessantacinque persone sono state uccise nell’ultimo giorno a Gaza negli attacchi dell’esercito israeliano, 14 delle quali mentre attendevano gli aiuti. Lo riferisce il ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas. Il ministero ha inoltre riferito che nelle ultime 24 ore sei persone sono morte di fame e malnutrizione, tra cui due minorenni, portando il numero dei decessi per malnutrizione dall’inizio della guerra a 393, di cui 140 minori. Secondo il ministero, dall’inizio della guerra, 64.522 persone sono state uccise dal fuoco delle Idf nella Striscia di Gaza e 163.096 sono rimaste ferite. Gaza, Gerusalemme, Cisgiordania. Non c’è pace in Terrasanta.
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