Bivol-Beterbiev, la provocazione: bella a Mosca nello stadio della finale del Mondiale 2018?
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Il finale della trilogia Bivol-Beterbiev per il mondiale “undisputed” dei pesi mediomassimi di boxe all’arena Luzhniki di Mosca, lo stadio della finale del Mondiale di calcio 2018. Davanti a centomila tifosi entusiasti di vedere chi dei due connazionali russi uscirà vincitore dalla saga più importante e tecnicamente credibile del pugilato moderno. Sarebbe una sfida capace di rinverdire, anche attraverso questa location suggestiva, i fasti delle grandi trilogie del passato. Su tutte Ali-Frazier. Ma pure Benvenuti-Griffith, Patterson-Johansson, Gatti-Ward, Zale-Graziano, Leonard-Duran, Pacquiao-Morales e altre meno note, ma altrettanto intriganti.
La proposta di Mosca sede della “bella” fra i due campioni è stata formalmente avanzata dal presidente dell’International boxing association (Iba) Umar Kremlev, manco a dirlo russo anch’egli, a pochi giorni dalla vittoria ai punti di Dmitri Bivol (24-1) su Arthur Beterbiev (21-1) nella rivincita del match dell’anno disputato sabato notte alla Kingdom Arena di Riad (Arabia Saudita). Il primo l’ha vinto Beterbiev ai punti. "Penso sia necessaria la terza sfida fra Artur e Dmitri, come ha appena testimoniato la loro sfida che è stata l’evento dell’anno - afferma Kremlev in un comunicato dell’Iba - Questi ragazzi sono i miglior pugili della categoria. Qualunque sia il costo, vorremmo portare l’incontro a Mosca, e stiamo iniziando le trattative. Io immagino il match allo stadio Luzhniki con un pubblico di circa centomila spettatori".
Quanto la proposta sia solo un modo per attirare i riflettori sull’Iba, la federazione mondiale bandita dal Cio, ma più ricca della concorrente World Boxing e alle ricerca di credibilità, e quando sia una proposta concreta lo scopriremo presto. Anche alla luce di come si svilupperanno le trattative di pace sul conflitto in Ucraina. Difficile pensare, infatti, che nella situazione di isolamento e sanzioni attuali la Russia possa ospitare un evento del genere. Ma dall’altro punto di vista, il match potrebbe trasformarsi in uno strumento di distensione internazionale attraverso lo sport.

I primi colloqui di pace sull’Ucraina fra Usa e Russia si sono svolti in Arabia Saudita. E l’artefice della saga Bivol-Beterbiev è il ministro del governo arabo Turki Alalshikh, che ha fatto dei grandi eventi sportivi uno strumento di sviluppo economico, turistico e politico del suo Paese. Sabato notte, al termine del match, Turki è salito sul ring mostrando allo sconfitto Beterbiev la mano con tre dita alzate. L’intenzione di completare la trilogia quindi c’è. Conviene economicamente, non solo sportivamente, a tutti: pugili, organizzativo, promoter. La “Riyadh Season”, brand scelto per il progetto sportivo di Alalshikh, ha già esportato riunioni in Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti, è sponsor di maglia della Roma nel calcio e intende espandersi il più possibile nel mondo. Quale miglior occasione per farlo di un Bivol-Beterbiev III a Mosca, davanti a centomila spettatori?
La Gazzetta dello Sport