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Farmacie private, presidio a Padova per il mancato rinnovo del contratto collettivo

Farmacie private, presidio a Padova per il mancato rinnovo del contratto collettivo

Una settantina di farmaciste e farmacisti di Padova e provincia si sono ritrovati davanti alla sede di Federfarma di Padova, in corso Milano, per chiedere il rinnovo del Ccnl farmacie private. Il presidio, analogo ad altre manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni in tutta Italia, è stato organizzato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Padova.

La protesta, che interessa 253 farmacie private nella provincia di Padova e 1.377 in tutto il Veneto, è stata decisa al termine del coordinamento sindacale unitario dei delegati tenutosi lo scorso 19 maggio con la partecipazione delle strutture territoriali e regionali. Spiegano da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: «A determinare la rottura del confronto è stata la posizione rigida ed intransigente di Federfarma, che ha confermato l’offerta di soli 120 euro di incremento salariale complessivo per i prossimi tre anni di vigenza contrattuale, una proposta inadeguata: da mesi rivendichiamo aumenti dignitosi ancorati a indicatori certi, come l’inflazione e la perdita del potere d’acquisto. Denunciamo salari inadeguati, carichi crescenti e zero conciliazione, condizioni che mortificano l’impegno quotidiano di chi garantisce cure, prevenzione e prossimità».

Afferma Marquidas Moccia di Fisascat Padova. «Abbiamo lavorato molto con le farmaciste e i farmacisti alla piattaforma per il rinnovo di questo contratto, che riteniamo centrale. Oggi la loro presenza qui è la dimostrazione del fatto che le farmaciste e i farmacisti di Padova non accettano proposte che calpestano la loro dignità. È una mobilitazione a livello nazionale, perché tutte le discussioni che abbiamo fatto al tavolo si sono arenate nel momento in cui abbiamo esplicitato la richiesta di aumento salariale, il riconoscimento che Federfarma avrebbe dovuto dare della professionalità, dell’impegno e del sacrificio che chiede quotidianamente a tutti coloro che lavorano nelle farmacie. Abbiamo chiesto un aumento di 360 euro e la loro risposta, da cui non intendono muoversi, è di 120 euro per tutta la vigenza contrattuale, quindi per i tre anni. Una mancanza di rispetto enorme nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo scelto questo punto della città, perché abbiamo chiesto di essere ricevuti da Federfarma Padova, non certo per continuare una trattativa a livello territoriale, ma per far ascoltare dalla viva voce delle lavoratrici e dei lavoratori quali sono le condizioni di lavoro, la loro difficoltà e le loro aspettative. Purtroppo non ci hanno ricevuto».

Aggiunge Fabio Paternicò di Uiltucs Padova. «La cifra che Federfarma propone per noi è irricevibile, alla luce del fatto che stiamo parlando di lavoratori che hanno studiato una vita. Al tavolo delle trattative, che si è chiuso a giugno, Federfarma è stata categorica. Se facciamo un paragone con gli altri contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil, i 120 euro che loro propongono è un aumento veramente miserabile. La stragrande maggioranza ha conseguito una laurea in farmacia, gli stessi lavoratori devono fare dei corsi di aggiornamento, con una media di 150 ore in un triennio. Corsi che il più delle volte sono a carico loro. Quindi la cifra che avevamo chiesto sarebbe andata a compensare anche tutto quello che prevede il lavoro del farmacista e non solo l’adeguamento all’inflazione e la perdita del potere d’acquisto. Il farmacista ogni anno deve pagarsi l’iscrizione all’albo, deve sostenere dei corsi relativi ai crediti formativi, i corsi Ecm e deve stipulare una polizza assicurativa obbligatoria per gli eventuali danni causati. Questi professionisti chiedono quindi un aumento dignitoso e adeguato, tempo e supporto per aggiornarsi costantemente e per crescere professionalmente».

Conclude Silvia Cocco di Fisascat Cisl Padova Rovigo: «In tutta Italia stiamo facendo delle mobilitazioni a livello territoriale, unitariamente con Cgil, Cisl e Uil. Stiamo promuovendo sit-in e presidi sia davanti a Federfarma di ogni provincia che davanti alle sedi delle prefetture. Federfarma in alcuni casi, come qui, non ci ha dato risposta e non accetta il confronto. A livello nazionale i nostri segretari generali stanno cerando di trovare un punto di incontro. Ricordiamo che gli aumenti salariali dei dipendenti delle farmacie sono fermi al novembre 2021. Le farmaciste e i farmacisti vogliono un aumento dignitoso per la loro professionalità e per la loro disponibilità verso i nostri cittadini. La proposta di aumento fatta da Federfarma è totalmente inadeguata per lavoratori che tutti i giorni si impegnano per la salute dei cittadini. Sono professionisti che devono essere orgogliosi di quello che stanno facendo. Soprattutto durante il periodo del Covid hanno dato delle risposte alle città, perché hanno lavorato tantissimo quando tutto era chiuso e da allora le farmacie sono diventate un presidio sanitario di prossimità, perché a volte il dottore non può esserci, ma le farmaciste e i farmacisti ci sono sempre stati».

Padovaoggi

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