INCONTRO TRUMP-PUTIN/ Ecco i danni economici per l’Ue dall’accordo tra Usa e Russia

Un incontro tra Trump e Putin potrebbe acuire un problema di non poco conto per l'Ue: quello dei costi energetici
Le notizie di un incontro imminente tra Putin e Trump non hanno finora avuto grandi effetti sui prezzi di petrolio e gas. Eppure, dall’inizio della guerra in Ucraina i prezzi del gas in Europa sono saliti di oltre il 50% portandosi dietro anche quelli dell’elettricità di alcuni Paesi membri tra cui Italia e Germania.
Prima della guerra i prezzi del gas europei sono stati per anni nell’intorno dei 20 euro a megawattora, mentre da quasi due anni i prezzi trattano tra 30 e 35 euro. Diverso è il caso del prezzo del petrolio che invece non ha subito grandi conseguenze.
L’Europa ha deciso di sanzionare gas e petrolio russi come ritorsione economica e per mettere in crisi l’economia di Mosca. L’Unione europea ha sostituito le importazioni russe con quella di gas liquefatto, in particolare americano, ma il gas che arrivava dalla Russia via gasdotto, senza quindi costi di liquefazione, trasporto via nave e rigassificazione, era ed è il più economico. Il petrolio invece si può trasportare e trasformare con relativa facilità e quindi, nonostante le sanzioni europee e i limiti al prezzo d’acquisto, quello russo è sempre arrivato in Europa. Basti pensare che uno dei Paesi che più ha beneficiato delle forniture di petrolio russo dopo la guerra, l’India, è diventato il principale fornitore di diesel europeo.
Per colpire il petrolio russo sarebbero state necessarie “sanzioni secondarie” e cioè quelle dirette alle navi che trasportano il petrolio russo, oppure, quelle che vengono discusse in questi giorni contro l’India. In questo caso, però, il costo della guerra per l’Europa sarebbe stato ancora più traumatico.

L’incontro tra Russia e Stati Uniti avrebbe un effetto sul prezzo del gas europeo solo se anche l’Europa accettasse di normalizzare le relazioni con la Russia al punto da riaprire i gasdotti. Diversamente ci sarebbe un effetto positivo sui mercati internazionali del gas che però non risolverebbe il problema europeo e cioè l’essere passati da importazioni economiche via gasdotto, al riparo dalla competizione internazionale, a importazioni di gas liquefatto.
Queste non solo sono e saranno sempre più costose, ma sono soggette alla domanda globale e mettono l’Europa in competizione diretta con acquirenti aggressivi tra cui i Paesi asiatici. La risposta del mercato di questi giorni più che uno scetticismo sulle probabilità di un incontro tra Trump e Putin riflette la convinzione che l’Europa rimarrà in una situazione di conflitto più o meno caldo con la Russia.
C’è poi un ultimo elemento da considerare. L’interesse a comprimere i prezzi degli idrocarburi per costringere Putin a sedersi al tavolo è destinato a venire meno dopo un accordo; in quel caso non ci sarebbe più alcun interesse a “distruggere” l’economia russa e forse anzi l’esatto opposto. Un accordo tra Russia e Stati Uniti senza l’Europa non solo rischia di non aiutare il Vecchio continente, ma lo espone a uno scenario più difficile in cui i due principali produttori di idrocarburi al mondo trovano un’intesa.
In questo caso è davvero difficile pensare che un accordo complessivo che includa in qualche modo l’economia non passi anche da un’intesa sui mercati di riferimento e sui prezzi di gas e petrolio.
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