Legge elettorale tedesca, lezioni per noi italiani
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Con il consueto acume Antonio Floridia ha analizzato sul manifesto i risultati delle elezioni tedesche, sottolineando che il sistema proporzionale razionalizzato lì vigente giova alla partecipazione al voto e alla solidità del sistema partitico. Pur condividendo in generale il giudizio positivo che egli dà della legge elettorale tedesca – auspico non da ora una disciplina simile per il nostro Paese – desidero formulare una riserva e una precisazione.
Quanto alla riserva, non mi pare che sia ravvisabile una relazione univoca tra tipo di sistema elettorale e affluenza. L’astensionismo è un male endemico delle democrazie contemporanee ma non è un fenomeno irreversibile. Ci sono circostanze in cui la percezione popolare di essere di fronte a minacce particolarmente gravi fa impennare l’afflusso alle urne.
Lo si è visto ad esempio nelle elezioni tedesche di domenica (82.5% di affluenza, 6 punti in più sul 2021, quasi 20 punti in più rispetto alle politiche italiane del 2022!) e nelle elezioni francesi dell’estate scorsa, allorché si registrò un calo di 20 punti dell’astensione, con un’affluenza del 66%, uguale, per inciso, a quella delle elezioni politiche del 2019 e 2023 in Spagna, dove come in Germania si vota col proporzionale (in Portogallo, che vota anch’esso col proporzionale, nelle ultime tre elezioni politiche l’affluenza è stata rispettivamente 49, 51 e 60%: il balzo ha coinciso con il bisogno di una fetta di elettorato democratico di «rispondere» all’avanzata dell’ultradestra di Chega).
In Germania c’è un sistema elettorale proporzionale selettivo. In Francia un sistema totalmente maggioritario. Sistemi diversi hanno visto esiti partecipativi simili in presenza di un pericolo di sfondamento della destra estrema (Le Pen in Francia, Afd in Germania) che ha dato la sveglia a milioni di elettori antifascisti in letargo: alta posta in gioco percepita, alta affluenza.
Vengo alla precisazione: Floridia asserisce che uno sbarramento deve esserci (il proporzionale puro può causare sbriciolamenti insani della rappresentanza parlamentare), ma lascia intendere che il 5% è forse troppo. Può darsi. Tuttavia, anche pensando a eventuali trapianti in Italia di norme tedesche, bisogna valutare che in Germania lo sbarramento non è passibile di aggiramenti opportunistici. In Germania si è rigorosi: non si formano liste elettorali pluripartitiche di comodo. A una lista deve corrispondere un solo partito. Non è consentito a due o più partiti di mettersi insieme a tempo per superare la soglia alle elezioni restando due realtà giuridiche e politiche distinte.
Per questa ragione reputo che un dibattito su quale sia il livello giusto dello sbarramento, se e quando si aprirà una discussione vera sulla riforma della legge elettorale italiana, dovrà svolgersi in relazione alla previsione o meno di serie disposizioni anti-elusione. Un altro tema decisivo è la necessità, a mio avviso ormai ineludibile, di ripristinare il voto di preferenza. Ma di questo si parlerà in altra occasione.
ilmanifesto