Milan, quanto ti costa l'Europa League: varrebbe un terzo della Champions
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Incubo Europa League. Per prestigio, ovviamente, ma anche per le finanze. Per la maggioranza dei tifosi rossoneri è ormai qualcosa di inevitabile, vista la media punti tenuta dal Milan in campionato sin qui (1,64). Conceiçao legittimamente non si rassegna – verbo che non compare nel suo dizionario – e continua a parlare di Champions, che però è traguardo oggettivamente difficile, soprattutto senza l’assistenza – come racconta il ranking Uefa in questo momento – del quinto posto. E allora, se davvero il Milan 2025-26 dovesse accontentarsi dell’Europa League, che cosa cambierebbe per il club in termini economici? Parecchio, ovviamente.
Si può iniziare da una cifra generica, che rende già molto bene l’idea del divario tra la prima e la seconda competizione continentale. I premi Uefa – suddivisi in quota di partecipazione, risultati e market pool – destinati complessivamente all’edizione attuale della Champions (e che varranno per un triennio) ammontano a 2,47 miliardi di euro. Parliamo peraltro di quasi 500 milioni in più rispetto alla coppa precedente. All’Europa League sono invece stati destinati 565 milioni, comunque 100 in più rispetto al triennio precedente, ma cifra drasticamente inferiore rispetto alla sorella più ricca. La buona notizia è che il Milan, grazie a una gestione finanziaria molto avveduta da parte di Elliott e RedBird, ha sistemato i conti, tornando a un segno più che non si vedeva da diciassette anni. Quindi, in sé per sé, ritrovarsi in Europa League non avrebbe ripercussioni particolari sulle finanze. L’avrebbe semmai, a cascata, sugli sviluppi futuri proprio perché frequentare l’Europa League porterebbe introiti molto minori.
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Nello specifico, il Diavolo ha salutato questa Champions portandosi a casa circa 60 milioni di premi Uefa a cui aggiungere gli incassi da botteghino. Quest’anno il club rossonero ha deciso di non comunicare gli incassi, ma per le cinque partite casalinghe si può ragionare nell’ottica di almeno 25 milioni. Significa quasi 90 milioni, e parliamo di un’eliminazione prematura. Entrando nel dettaglio dei premi Uefa: 18,62 milioni per la partecipazione; 2,1 per ogni vittoria nella fase campionato e 700mila euro per il pareggio; bonus in base al piazzamento in classifica: si va dai 275mila euro della 36esima classificata ai circa 10 della prima. E poi: 11 milioni per chi si qualifica agli ottavi; 12,5 per i quarti; 15 per le semifinali; 18,5 per la finale; 6,5 ulteriori per chi alza la coppa. Le stesse voci declinate in EuroLeague presentano un divario enorme: 4,31 milioni per la partecipazione; 450mila euro per ogni vittoria nella fase campionato e 150mila per il pareggio; bonus in base al piazzamento in classifica: 600mila euro per le prime otto, 300mila dalla nona alla 24esima posizione. E poi: 1,75 milioni per chi si qualifica agli ottavi; 2,5 per i quarti; 4,2 per le semifinali; 7 per la finale; 6 ulteriori per chi alza la coppa. Facendo qualche conto a grandi linee, se il Milan ipoteticamente avesse fatto lo stesso percorso di Champions in questa Europa League, uscendo quindi ai playoff, invece di 60 milioni in premi Uefa se ne sarebbe portati a casa più o meno una ventina. Una differenza che si riscontrerebbe ovviamente anche al botteghino, dove i prezzi medi per l’EuroLeague sarebbero decisamente inferiori rispetto ai match casalinghi di Champions. Azzardando uno scenario: i circa 25 milioni degli incassi da stadio di Champions sarebbero diventati più o meno una decina. Totale: 85 milioni contro 30.
La Gazzetta dello Sport