ONU, Trump contro tutti

Migliaia di persone si sono riunite davanti alla sede delle Nazioni Unite in sostegno al cambiamento di regime in Iran. I partecipanti, riferisce una nota, hanno protestato contro l'impennata senza precedenti delle esecuzioni in Iran e contro la presenza del presidente Massoud Pezeshkian del regime iraniano all'Assemblea Generale dell'Onu, e chiesto l'immediata reintroduzione di sanzioni contro il regime. La manifestazione, la più grande di iraniani negli Stati Uniti, è stata organizzata dall'Organizzazione delle Comunità Iraniano-Americane (Oiac). Maryam Rajavi, presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, è tornata in un messaggio a chiedere "un rovesciamento del regime e un cambiamento democratico" in Iran. "Non è forse giunto il momento, secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di riconoscere la lotta, la resistenza e la rivolta del popolo iraniano per cambiare questo regime?", ha chiesto. "Il cambiamento e il rovesciamento saranno realizzati anche questa volta dal popolo iraniano stesso", ha assicurato, "non vogliamo né un mullah né uno shah. L'era di tutte le forme di dittatura, sia religiosa sia monarchica, è finita. Non torneremo al passato".
Il presidente cileno Gabriel Boric ha ufficializzato davanti all'Assemblea generale dell'ONU la candidatura di Michelle Bachelet, due volte presidente del Cile, per succedere ad António Guterres alla guida delle Nazioni Unite a partire dal 2027.
Se eletta, Bachelet sarebbe la prima donna e la seconda personalità dell'America Latina, dopo il peruviano Javier Pérez de Cuéllar, a dirigere l'organizzazione in 80 anni di storia. Boric ha elogiato Bachelet come "una figura capace di unire Nord e Sud, Oriente e Occidente" e ha sottolineato la necessità che le Nazioni Unite affrontino il loro "disequilibrio storico di genere".
L'ex presidente cilena ha già ricoperto ruoli chiave nel sistema ONU, tra cui quello di direttrice di ONU Donne e Alto Commissario per i Diritti Umani, esperienza che secondo Boric le conferisce "empatia, fermezza e capacità decisionale". La candidatura di Bachelet arriva in un contesto competitivo, con altri nomi latinoamericani già in campo, come l'argentino Rafael Grossi e la messicana Alicia Bárcenas.
Il presidente della Colombia Gustavo Petro ha chiesto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite l'apertura di un "procedimento penale" contro Donald Trump per gli attacchi degli Stati Uniti contro imbarcazioni nei Caraibi. "Poveri giovani" disarmati sono morti in quelli che Washington ha giustificato come operazioni antidroga al largo delle coste del Venezuela, ha detto Petro. Almeno 14 persone sono state uccise nel bombardamento di tre barche.
Il presidente turco Tayyip Erdogan ha affermato che l'incontro su Gaza tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i leader dei Paesi musulmani a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite è stato "molto fruttuoso". La Turchia, membro della Nato, ha duramente criticato gli attacchi israeliani a Gaza contro Hamas - di cui Erdogan è uno dei principali sostenitori - e ha affermato che equivalgono a un genocidio. Ha bloccato tutti gli scambi commerciali con Israele, sollecitato misure internazionali contro lo stato ebraico e chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza. Parlando con i giornalisti a New York dopo l'incontro, Erdogan ha affermato che sarà pubblicata una dichiarazione congiunta e che è "soddisfatto" dei risultati dell'incontro, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
L'incontro bilaterale tra la premier Giorgia Meloni e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, previsto in un primo momento nel pomeriggio a margine dell'assemblea generale Onu, è slittato per motivi di agenda. Meloni ha comunque incontrato il presidente della Siria Ahmad Husayn al Shara e l'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani.
Anche il colloquio con il presidente libanese Joseph Aoun, fissato nel pomeriggio a New York, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sempre per motivi d'agenda, potrebbe non aver luogo.
"Quando una piccola spina punge la mano di un bambino, ai genitori si stringe il cuore, ma a Gaza i bambini vengono amputati senza anestesia. Questo è il punto più basso dell'umanità". Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, intervenendo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il leader turco ha puntato il dito contro Israele e la comunità internazionale, denunciando che "un bambino viene ucciso ogni ora negli ultimi 23 mesi" e descrivendo "bambini di soli due o tre anni senza mani, braccia o gambe, diventati l'immagine quotidiana di Gaza". Erdogan ha sottolineato che "non si tratta di numeri, ma di vite innocenti" e ha chiesto a tutti i leader mondiali di "schierarsi senza esitazione al fianco del popolo palestinese oppresso". Ha quindi ringraziato i Paesi che hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina e ha invitato quelli che non l'hanno ancora fatto "ad agire immediatamente".
Il presidente turco ha poi accusato Israele di "portare avanti una politica di sterminio di massa sotto mentite spoglie" dopo i fatti del 7 ottobre. "Non può esserci pace - ha proseguito - in un mondo dove i bambini muoiono di fame e per mancanza di medicine, dove milioni di persone vengono sfollate in un territorio di soli 365 chilometri quadrati". Erdogan ha infine accusato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, di "non avere alcuna intenzione di liberare gli ostaggi o raggiungere la pace" e ha ribadito che "a Gaza non c'è una guerra: da un lato c'è un esercito dotato delle armi più moderne, dall'altro civili innocenti".
Il presidente francese Emmanuel Macron ha messo in guardia dal palco dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sugli effetti dell'indebolimento degli organismi internazionali. C'è "il rischio di vedere prevalere la legge del più forte" e "l'egoismo di pochi", ha ammonito. Di fronte agli attacchi di Donald Trump all'ONU, il presidente francese ha difeso un "multilateralismo efficace".
"La complessità del mondo non è un motivo per abbandonare i nostri princìpi e le nostre ambizioni. Viviamo in un momento paradossale in cui abbiamo bisogno più che mai di ripristinare lo spirito di cooperazione che prevaleva 80 anni fa", quando è nata l'ONU, ha avvertito Macron. Per il presidente francese, i "critici più duri" delle Nazioni Unite sono "quelli che vogliono cambiare le regole del gioco" e che sono "più interessati a dividere il mondo che a raggiungere i compromessi necessari per il bene comune".
Come previsto, Donald Trump ha fatto tremare il Palazzo di Vetro. Il suo ritorno all'Assemblea generale, dopo sei anni di assenza da quel podio, ha avuto l'effetto di un sisma politico: battute irriverenti, attacchi diretti all'Onu e al suo segretario generale António Guterres, e soprattutto un'agenda che ha colpito i nervi scoperti della comunità internazionale, a partire da clima, energia e migrazioni. Fin dall'inizio, il presidente americano ha trasformato in spettacolo anche i piccoli incidenti tecnici: il teleprompter che non funzionava e le scale mobili bloccate all'ingresso. "In questo modo parlerò più con il cuore", ha detto, strappando un sorriso ai delegati. Ma subito dopo ha piazzato il primo affondo: "In sette mesi ho messo fine a sette guerre che dicevano essere non terminabili. Non ho mai ricevuto una telefonata dall'Onu, nessuno mi ha ringraziato". Una frase che ha gelato la sala, soprattutto perché Guterres, come ripete quasi quotidianamente il suo portavoce, ha sempre sostenuto che "la porta del segretario generale resta aperta per chiunque voglia bussare".
Rai News 24