Sfida ad al-Jolani, la comunità drusa fonda il suo Consiglio militare
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Domenica è stata annunciata la fondazione del Consiglio militare di Suwayda, regione a sud di Damasco abitata prevalentemente dalla comunità drusa. La bandiera del neonato consiglio, mostrata in conferenza stampa insieme a quella drusa, raffigura su uno sfondo blu la stessa mappa utilizzata dalle Forze della Siria Democratica (Sdf), con l’Eufrate in evidenza e la provincia di Hatay, la cui annessione alla Turchia non è mai stata riconosciuta dalla Siria.
Subito dopo la fondazione, diverse fazioni hanno dichiarato la loro adesione al consiglio, tra cui le Forze Nabi Shuaib e le Forze Bayraq Suleiman Bin Daoud, tutte già inquadrate nella Southern Operation Room, coalizione di fazioni ribelli che per prima ha raggiunto Damasco. Queste fazioni, come le Sdf, avevano già rifiutato il discioglimento e l’integrazione dei singoli elementi nel nuovo ministero della difesa annunciato dal governo ad interim il 25 dicembre. Dopo il rifiuto, il primo gennaio le fazioni di Suwayda avevano impedito a un convoglio militare di Damasco di entrare nella regione.
D’altra parte, il 17 febbraio le autorità ad interim hanno annunciato un accordo con alcune fazioni di Daraa e Quneitra per formare una «Divisione meridionale» dentro il nuovo esercito siriano. Le frizioni di Suwayda con Damasco non sono esclusivamente di natura militare: alla governatrice de facto dal 2024, Muhsina al-Mahathawi, Damasco ha opposto un fiduciario, Mustafa Bakour.
IL CONSIGLIO AFFERMA di «operare in coordinamento con le forze politiche rivoluzionarie, la società civile e l’organismo spirituale, rappresentato da Sua Eminenza Hikmat al-Hijri». La fondazione del consiglio sembrerebbe in effetti riflettere la linea di al-Hijri, che dalla caduta del regime Ba’ath ha più volte dichiarato la sua visione decentralizzata per il futuro del paese sebbene, da guida spirituale della comunità drusa siriana, abbia già dichiarato illegittimo il consiglio.
La strategia di al-Hijri e delle fazioni che respingono l’autorità del governo ad interim, tra cui il Consiglio militare di Suwayda, sembra ricalcare quella delle Sdf: negoziare la propria posizione nella nuova Siria mantenendo l’autonomia e una forza armata, almeno fino al raggiungimento di un accordo.
«Non permetteremo al nuovo esercito siriano di entrare nei territori a sud di Damasco. Chiediamo la completa smilitarizzazione della Siria meridionale, nelle province di Quneitra, Daraa e Suwayda», ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante una cerimonia militare, poche ore dopo la fondazione del consiglio, provocando reazioni di condanna in tutta la Siria. Centinaia di persone sono scese in piazza a Quneitra e Daraa, mentre una delegazione drusa, che includeva personaggi di spicco come Suleiman Abdul Baqi, Laith al Balous e Moanis Abu Hala, incontrava al-Jolani, apparentemente per prendere le distanze dal primo ministro israeliano.
DALLA CADUTA di Assad, Israele ha più volte espresso sostegno alle minoranze in Siria, principalmente tramite il ministro degli esteri Gideon Sa’ar, che lunedì a Bruxelles ha definito il governo siriano «un gruppo terroristico jihadista». Secondo l’emittente pubblica Kan, Israele avrebbe anche avviato un programma pilota che consentirebbe ai drusi siriani di lavorare sulle alture del Golan nei settori edilizio e agricolo.
Gli eventi di Suwayda sono giunti proprio alla vigilia della Conferenza sul dialogo nazionale siriano indetta dal governo, fortemente criticata da alcuni settori della società siriana a partire dall’Amministrazione autonoma democratica della Siria del nord-est (Daanes) che ha denunciato l’esclusione dei propri rappresentanti. Anche il Consiglio nazionale curdo (Knc/Enks), organizzazione in opposizione alla Daanes e fortemente legata alla Turchia, ha boicottato la conferenza, affermando che l’evento «è mal strutturato ed esclude la rappresentanza politica curda».
ilmanifesto