Come funziona il taser e quando può uccidere: i milioni spesi dall’Europa per acquistarli da Trump negli USA

La "pistola stordente"
Ma anche a voler compiacere Trump a tutti i costi, non sarebbe meglio maggiore prudenza prima di spendere milioni di euro?

Nell’accordo sottoscritto il mese scorso per cercare di limitare l’effetto negativo dei dazi voluti da Donald Trump, l’Unione europea si è impegnata ad acquistare per i prossimi tre anni 750 miliardi di dollari in prodotti energetici americani e ad investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti in aggiunta agli investimenti attuali. Come se ciò non bastasse, Bruxelles si è anche impegnata ad acquistare “grandi quantità” di armamenti Usa.
In questa grande quantità di armamenti a stelle e strisce ci saranno quasi certamente anche i micidiali Taser prodotti da Axom, società con sede in Arizona. Axom è titolare del brevetto della “pistola stordente” che nel giro di 24 ore ha causato ben due morti in Italia, ad Olbia e a Genova. Il Taser ha un costo superiore a quello della pistola Beretta in dotazione alle Forze di polizia ed ha una manutenzione più impegnativa. Ogni cinque anni, indipendentemente dal suo utilizzo, deve essere sostituto con uno nuovo. Il suo funzionamento è estremamente semplice: due elettrodi capaci di colpire un obiettivo, anche a dieci metri di distanza, con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio. Per colpire il bersaglio è sufficiente premere il grilletto e sparare i due piccoli dardi che rimangono legati al corpo del Taser tramite dei cavi elettrici. Quando il bersaglio viene colpito si crea un circuito elettrico e la scarica inizia a fluire dalle batterie interne al Taser.
Il corpo della persona colpita viene quindi attraversato da un impulso elettrico che può raggiungere i 50.000 volt. In genere la scarica non dura più di cinque secondi. Periodo durante il quale vengono inviati al sistema neuro-muscolare segnali che provocano grande dolore e stordiscono la persona, facendole contrarre i muscoli. La persona, incapace di muoversi, agevola l’intervento delle Forze dell’ordine in una cornice di sicurezza. Axom, per reclamizzare il prodotto, afferma che il suo uso va addirittura incentivato per limitare il numero di persone che rimangono uccise nei conflitti a fuoco con la polizia. Cosa all’ordine del giorno negli Stati Uniti. La società, al contempo, ha però messo le mani avanti, affermando che il suo utilizzo non è esente da rischi. Anche se ha migliorato la tecnologia, attualmente è in commercio la versione 10, quella che garantisce più “precisione, efficacia e affidabilità” in modo da ridurre “le probabilità di ricorso all’uso letale della forza” sparando dieci dardi in contemporanea senza lasciare scampo al malcapitato, le criticità sono infatti rimaste.
Gli studi sull’uso del TeaserTutti gli studi effettuati fino ad oggi non hanno infatti escluso che le scosse possano alterare la respirazione e causare aritmie fatali in soggetti che soffrono di patologie cardiache. Come appunto il caso del morto di Genova. Ma le criticità ci sarebbero anche in soggetti fisiologicamente o metabolicamente compromessi. Ad esempio, in coloro che sono affetti da asma o da altre condizioni polmonari, oppure che attraversano stati di profonda agitazione, intossicazione da droghe o abuso cronico di stupefacenti o sovraffaticamento. Anche in questi casi il Taser rischierebbe di causare o contribuire alla morte improvvisa. Sul sito di Axom è chiaramente indicato a tal proposito di monitorare il soggetto colpito dai dardi per 20 minuti “per assicurarsi che stia bene”.
Secondo uno studio commissionato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America finanziato dal Wake Forest University Baptist Medical Center, l’unico attualmente disponibile, su 1.201 casi d’uso di tali dispositivi sul campo, il 99,75% degli utilizzi non ha comportato “lesioni gravi”, non specificando cosa è successo nei rimanenti casi. E, sempre leggendo il sito, “non sono noti effetti a lungo termine dovuti all’esposizione a un’arma Taser”. Le Forze dell’ordine italiane, soprattutto carabinieri e polizia, prima di dotarsene, hanno effettuato una sperimentazione “domestica” utilizzandolo al proprio interno, e quindi su soggetti ovviamente sani e non affetti da patologie pregresse.
L’operatore di polizia, poi, non è tenuto a conoscere lo stato di salute di chi ha di fronte. Circostanza che non potrà non determinare l’archiviazione dei vari procedimenti penali per omicidio che sono stati aperti in queste ore dalla magistratura nei confronti dei carabinieri coinvolti ed ai quali il comandante generale dell’Arma, il generale Salvatore Luongo, ha voluto giustamente esprimere la propria solidarietà. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto per difendere l’utilizzo di questo strumento, invitando a non fare “strumentalizzazioni”. Ma anche a voler compiacere Trump a tutti i costi, non sarebbe meglio maggiore prudenza prima di spendere milioni di euro?
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