Il pluralismo a targhe alterne di Lollobrigida: vaccini sì, carne sintetica no


Francesco Lollobrigida (LaPresse)
scienza singolare
Sulle vaccinazioni il ministro invoca “tesi diverse”, sulla carne coltivata sceglie solo esperti di Coldiretti. Il risultato: un’ipocrisia che smentisce la retorica della libertà scientifica
L’amore del governo per il pluralismo è degno di nota, anche perché pare essere l’argomento che può condurre alla porta il ministro della Salute, Orazio Schillaci, colpevole di aver sciolto il Nitag, il gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni, dopo l’ondata di proteste della comunità scientifica per la presenza di due medici idoli dei No Vax. “Gli organismi plurali servono a contenere idee differenti”, ha detto proprio al Foglio il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra” ha aggiunto.
Le parole di Lollobrigida sono, di fatto, un avviso di sfratto per il collega di governo: Schillaci è infatti un tecnico, medico e già rettore dell’Università Tor Vergata, che era stato nominato ministro della Salute proprio su indicazione di Lollobrigida. Insomma, oltre a non avere un partito, nel governo Schillaci non ha nemmeno più amici. Non che il governo Meloni sia sensibile alla galassia No Vax, giammai!, è che ritiene – come dice Lollobrigida – il “pluralismo” nel campo scientifico un principio assoluto e inderogabile.
Il problema è che, però, tutta quest’apertura mentale non si è vista in altri ambiti. Ad esempio, nella nomina del “Tavolo tecnico interministeriale” sulla cosiddetta carne sintetica fatta proprio con un decreto interministeriale di Lollobrigida e Schillaci.
In quel caso le nomine sono state di un solo colore: giallo Coldiretti. Sul Foglio avevamo raccontato che i due ministri avevano nominato nel “Tavolo tecnico interministeriale” per l’analisi della nuova normativa europea sui novel food (tra cui rientra la carne sintetica), in qualità di scienziati indipendenti, cinque tecnici con profili professionali diversi che avevano una sola cosa in comune: sono tutti componenti del comitato scientifico del think tank Aletheia, che è una fondazione creata e promossa dalla Coldiretti. Il coordinatore del tavolo tecnico interministeriale, il prof. Antonio Gasbarrini, è anche il presidente del comitato scientifico del think tank fondato dalla Coldiretti. Un conflitto d’interessi grande come una stalla, lo avevamo definito.
Non a caso, il commento del Tavolo governativo inviato all’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha competenza sull’approvazione dei cibi cellulari) è molto critico sulla carne coltivata e ricalca gli argomenti che gli stessi tecnici avevano già inviato all’Efsa, per conto di Aletheia/Coldiretti in qualità di “parte interessata”. La scelta di tecnici di fede coldirettista non è ovviamente un caso: i ministri Lollobrigida e Schillaci sono infatti stati gli estensori della legge, proposta dalla Coldiretti, che in Italia vieta la carne coltivata. Il circolo, come si vede, è molto chiuso: Coldiretti propone una legge, i ministri la scrivono, i partiti che sostengono il governo la votano, i ministri nominano solo “tecnici indipendenti” molto legati alla Coldiretti che forniscono un parere scientifico molto critico sulla cosiddetta carne sintetica. Di pluralismo non ce n’è neppure un po’. Molti scienziati, impegnati nella ricerca in questo settore, hanno protestato e scritto appelli per essere coinvolti ma non sono stati affatto considerati. Né il ministro Schillaci ha chiuso il tavolo o il ministro Lollobrigida ha chiesto di allargarlo a “idee differenti”. Forse perché le proteste, su un tema così specifico, non sono state così rumorose come per una questione molto più delicata come i vaccini.
Questo caso mostra quanto sia ipocrita e inconsistente l’argomento del “pluralismo” scientifico in bocca a Lollobrigida. Non solo perché non è rivendicato allo stesso modo, per la carne sintetica come per i vaccini. Ma soprattutto perché i due casi sono molto diversi. Sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini le evidenze scientifiche sono più che robuste e derivano da decenni di studi, in migliaia di pubblicazioni, su milioni di dosi. Mentre sui cibi cellulari la ricerca è appena agli inizi. Pertanto pluralismo secondo Lollobrigida significa dare spazio alla quota infinitesimale di scettici laddove il sapere è consolidato (come sui vaccini) e affidarsi a un solo think tank portatore di interessi laddove il dibattito nella comunità scientifica è in pieno fermento (come sui cibi cellulari). Più che pluralismo sembra paraculismo.
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