Incoerenza e poca autenticità, ecco perchè la politica non attrae più i giovani che hanno sete di verità

Se ce ne fosse stato bisogno, abbiamo visto in questi giorni quanto entusiasmo, quanta dedizione sanno manifestare i giovani. L’elezione di papa Leone XIV e prima la morte e il funerale di papa Francesco hanno ribadito che le giovani generazioni aspettano solo che si manifesti una buona motivazione, che si proponga un orizzonte largo e coinvolgente. Gli stessi giovani – almeno quelli italiani – vengono accusati di tepidezza e disinteresse nei confronti del proprio mondo e della società in cui vivono. Li giudichiamo “choosy” o “bamboccioni” come li definirono in tempi diversi e ravvicinati due protagonisti della vita politica italiana.
Verrebbe da chiedersi: che esempio hanno ricevuto e ricevono da chi regge le Istituzioni? Tra le tante cose che possiamo indicare nella Chiesa, c’è anche quella di essere una Istituzione. Se l’inizio e la fine del mandato del suo massimo rappresentante sanno scuotere così i giovani, vuol dire che i giovani sanno farsi scuotere anche da una Istituzione “vecchia” di duemila anni. A condizione di ricevere un esempio forte e suggestivo.
Lungi dalle tentazioni di moralismo, c’è un problema serio di valori e di testimoni. Anche e soprattutto nella vita civile e politica, non solo italiana. I giovani non votano? Ma sarebbe stupefacente il contrario. I giovani sono pronti a credere, se qualcuno mostra loro di credere davvero in qualcosa. Se ricevono solo testimonianze di cinismo, diventano campioni di cinismo.
La coerenza non sarà un valore assoluto, ma è un setaccio importante di fronte ai valori che si propongono e si indicano. Certo, si può cambiare idea, ma ci deve essere la forza e la motivazione che lo spiega e lo giustifica. I giovani sono implacabili nella domanda infantile, ma essenziale: “Perché?”.
Quale impegno politico serio si può chiedere ai giovani italiani, di fronte alle scelte delle Istituzioni e dei loro rappresentanti? La rassegna impietosa riguarda tutti. Ma per uscire dal perimetro della religione, la nostra scena politica, in questi anni si è popolata di partiti che hanno dichiarato odio imperituro, gli uni contro gli altri: “Mai al Governo con il partito di Bibbiano”, tuonavano dal M5S contro il Pd, che a sua volta assicurava “Se cade il Governo niente accordi con i Cinque stelle”. Si è visto come è andata.
Si dirà che la politica è un terreno sdrucciolevole. Certo, ma a scivolare ci sono la credibilità di chi la esercita e la speranza di chi vorrebbe avvicinarvisi. E poi la evita. Ma sia permesso anche rammentare che, nonostante la vulgata deferente – a cui non vogliamo sottrarci per un semplice spirito di Pierino – anche dal Quirinale negli ultimi anni non sono venuti segnali univoci e rassicuranti. Se dopo sette anni di mandato si ribadisce che la Costituzione non ne ammette altri, e poi ci si avventura in un secondo settennato – senza le esitazioni e le dimissioni “alla Napolitano” – vuol dire che ancora una volta le regole sono incerte. E quanta importanza hanno le regole certe per la costruzione della personalità di un giovane?
Lo stesso metodo elettorale induce a una disaffezione crescente, da parte di chi, giovane, vorrebbe esercitare il suo diritto di veto, oltre che di voto: se un politico non mi fosse piaciuto, dovrei essere libero di non votarlo, determinandone la “fine carriera”. Invece le liste bloccate e stabilite dalle segreterie e dai “cerchi magici” estromettono gli elettori da questo fondamentale esercizio di democrazia.
Per la politica italiana i giovani sono un po’ come il Kunt di Ennio Flaiano, il marziano a Roma. All’inizio, come accade per i giovani, viene blandito, interrogato, richiesto di compagnia e destinatario di attenzioni. Poi, svanito l’effetto novità, viene ignorato, escluso, accantonato. Invitato a tornare su Marte. Ma i giovani italiani non hanno un altro pianeta dove andare. Hanno altri Paesi, dove rifugiarsi, questo sì. E ci stupiamo perché tanti giovani italiani scelgono di andare all’estero? E’ un po’ la loro via per Marte. Le loro astronavi sarebbero pronte ad atterrare di nuovo sulla Terra, anche a Roma, dove se ne sono viste tante in questi giorni intorno a San Pietro e a Santa Maria Maggiore.
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