Riforma della giustizia, ok alla separazione delle carriere. Da FdI al Pd: la posizione di tutti i partiti

Con 106 voti a favore, 61 contrari e 11 astensioni, è stato approvato ieri dal Senato il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura, tra pm e giudici.
Se la coalizione di maggioranza, composta da Fdi, Fi e Lega, a cui si è unito anche Calenda, che ha sostenuto con forza il provvedimento, hanno espresso invece profonda disapprovazione le forze di opposizione, tra cui il Pd e il M5S che hanno votato contro, e con Italia Viva che si è astenuta. Il disegno di legge costituzionale era stato già varato lo scorso gennaio dalla Camera -la prima delle quattro letture programmate - ed ora con il consenso favorevole del Senato, dovrà superare altri due passaggi parlamentari, nuovamente alla Camera e poi a Palazzo Madama, non però prima di tre mesi a partire da ieri, con la soglia di voto fissata ai 2/3 dell’Aula, al fine di escludere il passaggio referendario per la ratifica della riforma costituzionale. Referendum considerato molto probabile e previsto per la prossima primavera.
Secondo il centro-destra, il voto sulla riforma della giustizia - che persegue l’obiettivo di diminuire l’influenza delle correnti e aumentare la trasparenza nelle attività della magistratura – ha segnato una vera e propria “giornata storica”. Così dichiara il segretario di Fi Antonio Tajani intervistato dai giornalisti al Senato, aggiungendo che è stato portato a compimento il grande “sogno di Berlusconi".
"Sono molto soddisfatto – commenta invece il Guardasigilli Carlo Nordio - perché ho realizzato una mia aspirazione: è dal 1995, quando ho scritto il primo libro sulla giustizia da magistrato, ci credevo fermamente".
"Il Senato ha approvato in seconda lettura la riforma della giustizia voluta dal governo Meloni. È un risultato storico che abbiamo perseguito con determinazione e impegno. Siamo fieri e orgogliosi di ciò che stiamo facendo perché nella nostra azione non c'è alcun intento punitivo. Ma solo la volontà di dare ai cittadini una giustizia giusta e una magistratura libera, senza il peso del potere correntizio. Ringrazio tutti i parlamentari, senatori e deputati, per il loro lavoro. Ora andiamo avanti spediti con la terza e la quarta lettura per poi dare agli italiani la possibilità di esprimere il loro giudizio con il referendum nel 2026", puntualizza in una nota il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Non poteva poi mancare la voce della premier Meloni, che ha definito il via libera del Senato: "Un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione. Il percorso non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all'Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente".
Nettamente contraria, invece, l’opposizione, con i senatori del Pd che hanno protestato subito dopo il voto in Aula, esibendo la copertina della Costituzione italiana capovolta, e urlando "vergogna, vergogna", accusando la maggioranza di ribaltare i valori della Carta.
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