Torna il virus populista sulla sanità


Foto Ansa
L'editoriale del direttore
La destra di governo ha neutralizzato molti complottismi, ma ha scelto di dare di nuovo fiato al più spudorato e pericoloso: dalla commissione Covid in odore No vax al no al piano pandemico. Rischi
Sullo stesso argomento:
Ci sono populismi del passato che la destra di governo è riuscita a marginalizzare, superandoli, arginandoli, mettendoli da parte, e ci sono populismi del passato che la destra di governo ha scelto invece di non ridimensionare, dandogli spazio, lasciandogli campo aperto e trasformando quegli estremismi selezionati nel laboratorio in cui far vivere il peggio della cultura politica a cui la destra nazionalista in un passato tutto sommato recente ha attinto a piene mani. Passione per il complottismo, devozione per il cospirazionismo, odio per le élite, diffidenza verso la globalizzazione, lotta contro i competenti, disprezzo per la scienza. Ci sono populismi del passato che la destra di governo ha scelto di marginalizzare, come il populismo antieuropeista, e ci sono populismi del passato che la destra di governo ha scelto di non superare, anche per trasformare quelle forme di estremismo in bandierine identitarie da sventolare per provare a rivolgersi ai nostalgici del vecchio populismo di destra con lo sguardo fiero di chi vorrebbe dire: ehi, amici, non vi preoccupate, siamo sempre noi, siamo sempre gli stessi.
La forma di populismo più pericolosa che la destra di governo ha scelto di coccolare per provare a mostrare una spericolata e scellerata vicinanza al suo passato non troppo remoto è quella che riguarda la sanità. Già durante il periodo pandemico, ricorderete, la destra nazionalista cercò di trasformare ogni regola per governare la pandemia in forma di prepotenza delle élite globali desiderose di imporre nel mondo un’egemonia progressista a colpi di vaccini, chiusure, green pass e scelte che nella logica complottista non ci hanno aiutato semplicemente a superare la pandemia, ma ci hanno abituato a farci togliere la libertà. Oggi, a cinque anni di distanza, la destra di governo ha deciso di tornare a dare segnali al proprio elettorato deluso dalle svolte antipopuliste del governo proprio su questo punto. E la trasformazione della sanità nel campo da gioco dei giovani apprendisti complottisti è insieme clamorosa e spudorata. Tutto è cominciato, silenziosamente, con la commissione Covid, utilizzata come una clava per colpire l’opposizione un tempo al governo, trasformandola in un processo politico più che in un’analisi tecnica dell’operato di Giuseppe Conte e Roberto Speranza, alimentando così narrazioni cospirazioniste. La commissione non si è limitata a seguire un’agenda cospirazionista, ma si è arricchita anche di alcuni consulenti iconici, per così dire, come Giovanni Frajese e Alberto Donzelli, due affermati referenti del mondo no vax, che hanno portato avanti posizioni che hanno messo in discussione tanto la genesi della pandemia (creata in laboratorio) quanto l’uso stesso dei vaccini. In questo arco di tempo, il nuovo Piano pandemico, per quasi due anni, è rimasto ostaggio delle polemiche, interne alla maggioranza, relative al ruolo dei vaccini e alle ipotetiche restrizioni delle libertà personali che sarebbero scattate in caso di future pandemie. E proprio le posizioni sui vaccini del governo sono alla base di un altro imbarazzo: l’incapacità di trovare un nome per la direzione generale Emergenze del ministero della Salute (quella che ha competenze sulle vaccinazioni e sul piano pandemico), vacante da mesi.
L’Italia, poi, per lanciare altri segnali d’amore al mondo complottista, si è astenuta al voto sul Piano pandemico globale dell’Oms il 20 maggio 2025, durante la 78esima Assemblea mondiale della Sanità: nella fase di approvazione, quando 124 stati hanno votato a favore, nessuno si è opposto e 11 si sono astenuti, tra questi anche l’Italia. Un mese fa, il 18 luglio, come se non bastasse, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha notificato formalmente il rifiuto da parte dell’Italia degli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (Rsi), adottati nel 2024 con la risoluzione Wha77.17 durante la 77esima Assemblea mondiale della Sanità: non un’uscita dall’Oms, naturalmente, ma un segnale, una bandierina, utile a segnalare la volontà del governo, duro e puro, di rompere con l’approccio multilaterale dell’Organizzazione mondiale della sanità e utile a segnalare una vicinanza al populismo sanitario di Trump, che contro l’Oms ha lanciato tramite il suo Kennedy una battaglia di civiltà. Per allinearsi poi con lo scetticismo trumpiano sui vaccini – Trump con il suo Kennedy ha rilanciato toni scettici sui vaccini, ha ridotto le raccomandazioni per bambini e donne incinte, ha fermato progetti mRNA da 500 milioni di dollari, ha promosso libertà individuale sull’immunizzazione, ha rafforzato la base anti obblighi – il governo italiano si è dato ancora da fare. In almeno due occasioni. La più recente è quella che ha fatto più scalpore: a inizio agosto ha rinnovato il Nitag, comitato tecnico sulle vaccinazioni, includendo autorevoli esperti ma anche due membri noti per posizioni anti vax. La Società italiana di Igiene, molto critica, considera le nomine (a) un danno alla credibilità scientifica dell’organismo e (b) la legittimazione di tesi cospirazioniste prive di evidenza.
La Società italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica ha poi segnalato un elemento che dovrebbe essere pacifico ma che, nella stagione del Cencelli utilizzato per accontentare non solo le correnti dei partiti ma anche le correnti dei complottisti, evidentemente non lo è: la presenza di soggetti che hanno attivamente contribuito alla diffusione di disinformazione in tema vaccinale rischiano di produrre un grave danno comunicativo e culturale, legittimando posizioni antiscientifiche e minando la fiducia dei cittadini. Il secondo tassello è legato alla promessa fatta al sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, di diventare il volto cui Fratelli d’Italia, partito sempre più dominus assoluto della sanità italiana, vuole dare sempre maggiore visibilità, chissà se fino a essere promosso non solo nei talk-show ma anche nella casella di viceministro. Gemmato, per chi avesse la memoria corta, è lo stesso campione che nel novembre del 2022, ospite della trasmissione “Re Start” su Rai 2, dichiarò, da deputato: “Senza vaccini sarebbe stato peggio? Questo lo dice lei”. L’esasperazione del cospirazionismo sulla sanità ha portato a uno stato di tensione latente anche con gran parte delle regioni italiane, guidate tra l’altro non solo da pericolosi comunisti desiderosi di mangiare bambini, e di vaccinarli al contempo, e le tensioni si sono andate a manifestare sia attraverso il commissariamento di Agenas (l’agenzia che coordina i servizi sanitari regionali) sia attraverso il prolungato blocco del Piano pandemico nazionale da parte della Conferenza delle regioni (il piano pandemico è stato bloccato per circa un anno dal ministero dopo le polemiche interne alla maggioranza su vaccini e lockdown, le regioni hanno chiesto modifiche, arrivate solo nelle ultime settimane, per chiarire meglio le competenze tra livello centrale e amministrazioni locali).
Il populismo, lo sappiamo, spesso si presenta come un vulcano: se negli anni hai accumulato lava, prima o poi quella lava da qualche parte la dovrai tirare fuori. Il governo Meloni ha scelto di tappare molti crateri, ostacolando la fuoriuscita di magma su molti fronti (Europa, immigrazione, pensioni, conti pubblici, politica estera), e ha scelto di tenere aperti pochi crateri, da cui far uscire tutto il magma accumulato (valvole di sfogo in cui giocare a fare i piccoli trumpiani). La linea di tendenza è chiara. Ma giocare con la sanità in un paese in cui le coperture vaccinali, a cominciare da quelle contro il Covid, continuano a calare in particolare tra gli over 80, la fascia più a rischio, e trasformare la gestione della salute in una contropartita da regalare a estremisti che non si riescono a controllare è insieme una notizia incoraggiante e drammatica. Incoraggiante perché l’incoerenza con il proprio passato da parte dei populisti è così clamorosa su molti fronti da costringere la destra nazionalista a concentrarsi su pochi crateri. Drammatica perché il cratere scelto coincide con il saccheggio scientifico, culturale e politico di un’eccellenza italiana: la nostra sanità. Ripensarci, prima che sia troppo tardi.
Di più su questi argomenti:
ilmanifesto