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Veo 3, l’Ai video di Google arriva in Italia: ecco cosa può fare

Veo 3, l’Ai video di Google arriva in Italia: ecco cosa può fare

Dopo il debutto internazionale a maggio durante il Google I/O, Veo 3 – il generatore video basato su intelligenza artificiale sviluppato da Google DeepMind – è ora disponibile anche in Italia all’interno dell’app Gemini (solo per la versione Pro a pagamento però). Lo strumento consente di creare video da semplici prompt testuali, promettendo una qualità visiva sempre più vicina agli standard cinematografici. Un ulteriore tassello nel mosaico delle tecnologie generative, ma con un’attenzione particolare alla resa, al controllo creativo e all’integrazione nell’ecosistema Google.

Veo 3 è in grado di generare video fino a 1080p, con sequenze fluide, transizioni realistiche e una varietà di stili visivi, dal documentaristico al surreale. L’utente può semplicemente descrivere la scena desiderata (“una barca a vela sul mare al tramonto, ripresa dall’alto”) e il sistema restituisce una clip coerente, montata e animata. Rispetto ad altri strumenti come Sora di OpenAI, Google sottolinea la capacità di controllare meglio la coerenza narrativa e stilistica nel tempo, un punto chiave per chi lavora con contenuti visivi professionali.

La tecnologia è frutto dell’integrazione tra i modelli linguistici Gemini 1.5 Pro e i progressi di DeepMind nella generazione video, e può già essere testata in versione demo all’interno dell’app Gemini, disponibile per Android, iOS e web. Non è richiesto un account enterprise, ma per accedere alle funzionalità avanzate è necessario attivare il piano Gemini Advanced, incluso nell’abbonamento Google One AI Premium (al costo di 21,99 euro al mese).

Oltre alla generazione da prompt testuali, Veo consente un’interazione più sofisticata: si possono specificare movimenti di camera, angolazioni, o editare l’estetica dell’immagine (“stile vintage, luce calda, effetto pellicola 35mm”). Sono già state rilasciate funzioni per la modifica via testo (text-to-edit) e il controllo frame-by-frame per migliorare la direzione artistica dei risultati.

Google ha anche enfatizzato l’approccio responsabile allo sviluppo: ogni video prodotto è etichettato con metadati SynthID invisibili all’occhio umano ma rilevabili dai software. È un passo verso una maggiore trasparenza nella distinzione tra contenuti reali e sintetici, che in epoca di disinformazione e contenuti deepfake diventa centrale.

ilsole24ore

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