Almeno 718 morti negli scontri nel sud della Siria

Secondo un nuovo rapporto pubblicato sabato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), almeno 718 persone sono morte negli scontri intercomunitari avvenuti nel sud della Siria da domenica scorsa.
Secondo l'organizzazione non governativa (ONG), tra le vittime ci sono 391 drusi, tra cui 146 combattenti e 245 civili. Di questi, 165 drusi sono stati "giustiziati sommariamente da membri dei Ministeri della Difesa e dell'Interno siriani" nei primi giorni dei combattimenti.
Secondo l'OSDH, tra le vittime ci sono anche 287 membri delle forze governative e 21 combattenti beduini sunniti, oltre a tre civili "sommamente giustiziati dai combattenti drusi".
Inoltre, 15 membri delle forze governative sono stati uccisi negli attacchi israeliani in Siria, ha affermato la ONG.
Il precedente rapporto pubblicato dall'OSDH indicava che circa 600 persone erano già morte a causa degli scontri tra comunità.
Gli scontri sono iniziati domenica scorsa tra combattenti drusi e tribù beduine nella città di Sweida, nel sud della Siria , prima dell'intervento delle forze governative siriane, accusate di combattere anche i gruppi drusi.
La situazione ha spinto Israele, che sostiene i drusi, a bombardare obiettivi militari governativi a Sweida e persino la sede del Ministero della Difesa siriano a Damasco, minacciando di adottare ulteriori misure per proteggere i membri della minoranza drusa. Le truppe governative dispiegate a Sweida martedì sono già state smobilitate e il governo ha trasferito la responsabilità della sicurezza della regione a gruppi religiosi e autorità locali.
Nel frattempo, venerdì sera sono stati segnalati nuovi scontri armati all'ingresso occidentale di Sweida, nella Siria meridionale, tra tribù locali e fazioni druse trincerate nella città.
Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 80.000 persone sono fuggite dalle loro case nella provincia di Sweida a seguito delle violenze.
Le autorità siriane che a dicembre hanno rovesciato il regime dell'ex presidente Bashar al-Assad, guidate dal gruppo militante islamista sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno promesso di stabilizzare la situazione.
observador