La difesa dell'ex collaboratore di Bolsonaro chiede la revoca dell'arresto

La difesa del colonnello Marcelo Câmara ha chiesto lunedì (23) al Tribunale Supremo Federale (STF) di revocare la custodia cautelare disposta dal ministro Alexandre de Moraes. Il militare è imputato nell'inchiesta penale che indaga su un presunto tentativo di colpo di Stato del 2022 ed è stato uno dei principali consiglieri dell'ex presidente Jair Bolsonaro (PL).
L'avvocato Eduardo Kuntz, che rappresenta il colonnello, ha negato qualsiasi violazione delle misure cautelari. Câmara è stato arrestato il 18 dopo che Kuntz ha informato la Corte Suprema di conversazioni avute con il Tenente Colonnello Mauro Cid, il whistleblower del caso, durante le indagini.
Nella sua decisione, Moraes ha ritenuto che Câmara abbia cercato di ottenere informazioni riservate sull'accordo e non abbia rispettato il divieto di parlare con altri sospettati, nemmeno tramite terze parti. Durante l'udienza di custodia cautelare, il colonnello ha negato di aver parlato con Cid.
"Da quando sono stato rilasciato, il 16 maggio, ho cercato di seguire tutte le misure precauzionali che mi sono state imposte, compresa quella di cui sono accusato di aver infranto. Non ho parlato con il collaboratore, nemmeno tramite terzi", ha dichiarato Câmara.
Era stato arrestato in precedenza, ma era stato rilasciato in libertà provvisoria il 16 maggio 2024, a seguito dell'imposizione di misure cautelari. Kuntz ha sostenuto che i contatti con Cid erano terminati nel marzo 2024, quindi prima della decisione che imponeva al colonnello misure diverse dalla detenzione.
“Va sottolineato che nelle occasioni in cui si sono verificati contatti tra il whistleblower e questo avvocato (di nuovo, su iniziativa esclusiva del coimputato Mauro César Barbosa Cid) non vi è stata alcuna restrizione relativa all'impossibilità di comunicare tra le parti, per cui non si parla di inosservanza di alcuna misura imposta da questo eminente relatore da parte dell'appellante”, ha affermato l'avvocato.
Moraes ha anche ordinato l'apertura di un'indagine contro Câmara e Kuntz per presunta ostruzione alla giustizia dovuta ai loro contatti con il Cid. La scorsa settimana, l'avvocato ha definito la decisione di Moraes un "esempio accademico di demoralizzazione, violazione e criminalizzazione" delle prerogative della professione legale.
Nel ricorso, Kuntz ha evidenziato che la detenzione preventiva “viola il principio di individualizzazione, assumendo i contorni dell’adozione di una responsabilità penale oggettiva”.
"Se c'è un imputato che non ha rispettato l'ordine di Sua Eccellenza di stabilire un contatto con gli altri imputati, in particolare utilizzando il profilo di un'altra persona o addirittura un profilo falso, che deve essere oggetto di indagine, questa persona non è certamente la Camera d'appello", ha sottolineato.
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