Schnabel ritiene che i tassi di interesse non siano più un fattore rilevante per la crescita europea
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I tassi di interesse dell'Eurozona non rappresentano più un peso significativo per la crescita economica, afferma Isabel Schnabel, uno dei membri più aggressivi del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE). Con il tasso di riferimento al 2,75%, il dibattito all'interno dell'autorità monetaria si sta orientando sempre più verso il tasso terminale, con Schnabel che segnala che il livello attuale è già vicino a questo concetto.
In un discorso alla conferenza tenutasi martedì a Londra dalla Banca d'Inghilterra, Schnabel ha sostenuto che è "sempre meno probabile che le attuali condizioni di finanziamento stiano frenando consumi e investimenti", dando un altro segnale che vede l'attuale posizione monetaria europea come non restrittiva. Pertanto, le banche centrali dovrebbero agire “con cautela”, ha aggiunto.
D'altro canto, il fatto che la performance economica europea continui a deludere non deve essere visto, di per sé, come una prova che i tassi di interesse continuano a limitare la crescita, ha sottolineato.
I commenti di martedì sono in linea con la visione dell'economista, uno dei membri più aggressivi dell'eurozona in termini di politica monetaria, secondo cui il tasso neutrale della moneta unica è aumentato in modo significativo dall'inizio della pandemia. Questo concetto teorico stabilisce il livello di interesse che non stimola né frena l'attività economica, con la visione classica tra analisti e accademici che sarà compresa tra l'1,75% e il 2,25% nel caso del blocco della moneta unica, una visione recentemente rafforzata da uno studio pubblicato dalla BCE.
Mentre i tassi di interesse scendono dopo il picco causato dall'episodio inflazionistico degli ultimi anni, il dibattito tra i membri della BCE si sta sempre più spostando su questo tasso neutrale, cosa che la presidente della banca, Christine Lagarde, ha riconosciuto nelle conferenze stampa seguite alle ultime riunioni dell'organizzazione.
Con i tassi di interesse attualmente al 2,75%, il mercato prevede ulteriori tagli nelle prossime riunioni, indicando un tasso terminale del 2%, ovvero altri tre tagli di 25 punti base (bp).
Martedì, il governatore della Bundesbank Joachim Nagel ha chiesto ai suoi omologhi e agli altri membri della BCE di astenersi dal dare segnali sul futuro dei tassi di interesse chiave in Europa, citando l'elevata incertezza come motivo principale. Per il capo della banca centrale tedesca, “non c’è nulla da guadagnare dalle speculazioni pubbliche” sulla politica monetaria, “dato l’elevato livello di incertezza”.
Sulla stessa linea, il governatore lituano Martins Kazaks ha trovato sempre più difficile fare qualsiasi tipo di proiezione, dato che il presidente degli Stati Uniti “arriva con qualcosa di nuovo ogni giorno”. “Naturalmente questo aumenta l’incertezza. Ciò influisce sull’economia, sull’inflazione e sulla politica monetaria”, ha affermato, pur continuando a considerare che “la direzione [dei tassi di interesse] è chiara”.
jornaleconomico