Un nuovo studio smentisce l'OMS: i vaccini contro il coronavirus hanno salvato dieci volte meno vite

Secondo un nuovo studio , i vaccini contro il coronavirus hanno salvato molte meno vite di quanto inizialmente previsto: circa dieci volte meno. L'analisi è stata pubblicata la scorsa settimana sulla rivista scientifica JAMA Health Forum.
L'anno scorso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) ha affermato che i vaccini contro il coronavirus hanno prevenuto 14,4 milioni di morti in tutto il mondo solo nel primo anno. Alcune stime stimano che il numero sia quasi 20 milioni.
Nove decessi su dieci prevenuti riguardano persone con più di 60 anniTuttavia, una nuova modellazione condotta da ricercatori della Stanford University e da scienziati italiani ha scoperto che, sebbene i vaccini abbiano salvato vite umane, il numero effettivo è molto più conservativo: circa 2,5 milioni di vite in tutto il mondo durante l'intera pandemia.
L'analisi mostra che nove decessi su dieci sono stati prevenuti tra gli over 60, mentre solo 299 persone sotto i 20 anni e 1.808 tra i 20 e i 30 anni sono state salvate in tutto il mondo. In totale, per salvare una vita sono state necessarie 5.400 vaccinazioni, ma per gli under 30 questo numero è salito a 100.000, afferma lo studio.
"Credo che le prime stime si basassero su parametri i cui valori sono incoerenti con le nostre attuali conoscenze", ha spiegato John Ioannidis, professore di medicina alla Stanford University e primo autore dello studio, secondo quanto riportato dal Telegraph. "In linea di principio, ha senso concentrarsi sui gruppi di popolazione che trarranno maggiori benefici dalla vaccinazione ed escludere quelli il cui rapporto rischio-beneficio è discutibile. Gli obblighi vaccinali aggressivi e la fretta di vaccinare tutti a tutti i costi sono stati probabilmente una cattiva idea".
Nel nuovo studio, gli esperti hanno utilizzato dati sulla popolazione mondiale, informazioni sull'efficacia dei vaccini e tassi di mortalità per infezione per stimare quante persone sarebbero morte di Covid-19 prima o dopo le vaccinazioni.
Il team di ricerca conclude che i modelli precedenti potrebbero essere stati basati su tassi di mortalità eccessivamente pessimistici e su ipotesi eccessivamente ottimistiche sull'efficacia del vaccino. Inoltre, questi studi non hanno tenuto conto della rapidità con cui la protezione vaccinale diminuisce. Le stime precedenti potrebbero anche aver sottostimato il numero di persone che erano già state inconsapevolmente infettate dal COVID-19 al momento della vaccinazione.
Vaccini contro il coronavirus: mancano studi sugli effetti collaterali e sui decessiLe persone di età superiore ai 70 anni hanno rappresentato quasi il 70% delle vite salvate, mentre quelle di età compresa tra 60 e 70 anni un altro 20%. In confronto, le persone di età inferiore ai 20 anni hanno contribuito solo per lo 0,01% e quelle di età compresa tra 20 e 30 anni solo per lo 0,07% delle vite salvate.
Nonostante gli studi sulle vite salvate, mancano ancora analisi complete sugli effetti collaterali dei vaccini, come miocardite e pericardite o trombosi, che in alcuni casi hanno portato persino alla morte. Un tragico esempio è il caso della diciottenne genovese Camilla Canepa, morta di trombosi nel giugno 2021 dopo aver ricevuto un vaccino AstraZeneca.
Berliner-zeitung