L'Ocse taglia le stime globali, pesa l'incertezza sui dazi e torna incubo inflazione. Rallenta il Pil italiano

Il rapporto dell'Ocse sui conti pubblici dei vari Paesi sorride all'Italia, anche se le stime non inducono certo a festeggiare, si registra un leggero miglioramento nel 2025 per quanto riguarda il deficit e il debito, ma preoccupa e molto la situazione a livello mondiale, complice anche la variabile impazzita dei dazi imposti da Trump e la situazione di instabilità a livello geopolitico a causa delle guerre a Gaza e In Ucraina in particolare. Nel 2025 i conti pubblici italiani dovrebbero registrare un leggero miglioramento del deficit, in calo al 3,1% del Pil dal 3,4% dello scorso anno. Alla luce di questo dato il debito pubblico dovrebbe ammontare quest'anno al 148,2% del Pil, pari a -0,3 punti rispetto al dato del 2024.
Leggi anche: Dazi, la letterina di Trump ai partner commerciali: "Fateci la vostra migliore offerta entro domani"Per il 2026, invece si stimano deficit e debito rispettivamente a 2,8% e 147,7%. L'Italia - prosegue il rapporto dell'Ocse - "prevede inoltre piccoli aumenti della spesa per la difesa e la sicurezza nazionale e un'accelerazione della spesa per gli investimenti pubblici, sebbene ciò avverrà principalmente nel 2026. Il miglioramento del saldo di bilancio potrebbe essere più modesto rispetto alle proiezioni del governo, dato l'indebolimento delle prospettive di crescita e le crescenti pressioni sulla difesa e altre spese". Ma le brutte notizie riguardano i dati sulla crescita "globale". L'Ocse nel suo Economic Outlook vede "in questo contesto difficile e incerto" rivede al ribasso le proiezioni di crescita mondiale, che dovrebbe scendere dal 3,3% nel 2024 a un modesto 2,9% sia nel 2025 che nel 2026.
"Le prospettive economiche indebolite - riporta il documento dell'Ocse - si faranno sentire in tutto il mondo, quasi senza eccezioni". Poi evidenzia anche il persistere di una "inflazione dei prezzi dei servizi che rimane pervicacemente elevata" e che "il protezionismo sta aumentando queste pressioni inflazionistiche con aspettative aumentate notevolmente in diversi paesi". L'Ocse stima che l'inflazione dovrebbe scendere a livelli target delle banche centrali entro il 2026 nella maggior parte dei paesi, ma che comunque "ci vorrà più tempo per raggiungerli e nei paesi più colpiti dai dazi, l'inflazione potrebbe addirittura aumentare prima di scendere".
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI ECONOMIAAffari Italiani