Ucraina, niente miracolo in Alaska (cessate il fuoco). Ma passi in avanti sì. La linea di Meloni vince su quella di Macron e Starmer


Donald Trump e Giorgia Meloni
Il miracolo non c'è stato ovvero l'accordo per il cessate il fuoco immediato in Ucraina. D'altronde era impossibile non essendo presidente anche il numero uno di Kiev Zelensky. Ma il faccia a faccia tra Trump e Putin ha segnato una svolta vera. Il tycoon ha parlato di "progressi" e di "molti punti su cui siamo d'accordo". Lo zar ha spiegato di sperare che si arrivi alla "pace" in Ucraina, ammonendo però Kiev e l'Europa (quindi Ue e Regno Unito) a non ostacolare i passi in avanti fatti in Ucraina.
Trump ha tenuto il punto del pre-accordo con Zelensky e i leader del Vecchio Continente, nella call dell'altro giorno, e non ha "svenduto" l'Ucraina. Ma ha anche riallacciato rapporti forti e veri con il Cremlino dopo anni di gelo. Anche se il vertice non è stato un successo, e non poteva esserlo viste le premesse, è stato un importante passo in avanti verso la tregua e, forse, anche la pace. Certo, definire i dettagli con l'Ucraina dell'intesa possibile (probabile?) non sarà facile.
E 'ammonimento di Putin all'Europa, sul quale Trump non ha obiettato, è un richiamo soprattutto alla Francia di Emmanuel Macron, il più intransigente verso Mosca insieme al britannico Keir Starmer. Giorgia Meloni, invece (insieme al cancelliere tedesco Friedrich Merz), esce bene da questo summit perché ha saputo convincere Trump a non cedere pur senza i toni di Parigi e Londra che avrebbero quasi certamente fatto naufragare tutto. Se son rose fioriranno, ma intanto il seme della pace in Alaska è stato piantato. Vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane se germoglierà.
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