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Votiamo ai referendum per salvare i migranti dalla furia dei sovranisti

Votiamo ai referendum per salvare i migranti dalla furia dei sovranisti

Il voto dell'8 e 9 giugno

Se vincerà il referendum, o anche se otterrà una percentuale alta di partecipazione, è possibile che il governo temperi le scelte xenofobe e autoritarie che ha compiuto fino ad oggi

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

Uno dei referendum che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno riguarda i migranti. In particolare riguarda quei migranti che sono cittadini ma non sono cittadini. Vivono qui in Italia, hanno fatto dei figli in Italia, parlano in Italiano, pagano le tasse in Italia, lavorano in Italia ma non sono cittadini italiani. Fanno parte di una vera e propria “casta”, anzi “fuoricasta” – nel senso indiano della parola – e cioè la “casta” degli esclusi. In India, prima che le caste fossero abolite, queste persone si chiamavano “dalit”, o “paria”, ed erano cittadini senza diritti. Nel 1947 il presidente Nehru, pochi mesi dopo la conquista dell’indipendenza dall’Inghilterra, proclamò l’abolizione delle caste, e restituì, almeno formalmente, ai dalit i diritti e la dignità.

Il referendum sulla cittadinanza è congegnato in modo da dimezzare i tempi di attesa, da parte dei migranti, per ottenere il diritto a diventare cittadini e uscire dalla dominazione da parte degli italiani di nascita. Si tratta in sostanza, di un semplice e tutt’altro che rivoluzionario atto di affermazione dello Stato di diritto. Sarebbe bello se tutti i partiti politici dicessero di sì a questo referendum. Senza dividersi. Semplicemente per consentire l’attuazione dei principi costituzionali e di quelli scritti nella Carta dei diritti dell’uomo (approvata nel 1948) e sottoscritta via via da quasi tutti i paesi del mondo. Invece la spinta xenofoba e razzista dei sovranisti (italiani ed europei) ha prevalso. Anche i partiti moderati hanno scelto di sottomettersi alle idee sovraniste e ultranazionaliste, e solo una parte della sinistra è rimasta a difendere un principio essenziale della civiltà illuminista e cristiana.

Persino tra i Cinque Stelle ci sono resistenze. Giuseppe Conte per fortuna ha annunciato che voterà a favore, ma al suo partito ha lasciato libertà di scelta. La destra è compatta in una posizione che si augura che il referendum fallisca. Dall’esito di questo referendum dipenderà in gran parte la direzione che prenderà la politica dell’immigrazione in Italia. Se vincerà il referendum, o anche se otterrà una percentuale alta di partecipazione, è possibile che il governo temperi le scelte xenofobe e autoritarie che ha compiuto fino ad oggi. Che si “de-vannaccizzi” e accetti almeno in parte le spinte che vengono da una parte della sinistra e dalla Chiesa. Se invece il referendum sarà sconfitto pesantemente, l’Italia continuerà a scivolare verso posizioni xenofobe e a sdoganare formalmente il razzismo.

l'Unità

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