Scienziati cinesi creano un microdrone per scopi speciali. È grande quanto una zanzara

Il progetto prevede due ali sottili che ricordano una piccola foglia e tre "zampe" estremamente delicate. Gli scienziati hanno anche presentato una variante dotata di quattro ali, controllabili tramite un'app per smartphone. Il progetto è concepito come strumento per compiti di ricognizione, ma i creatori non escludono applicazioni di combattimento più ampie.
Miniaturizzazione al limite del possibile"Ciò richiede la cooperazione tra diverse discipline, inclusa la bionica", sottolineano gli autori del progetto, commentando l'entità delle sfide ingegneristiche che una riduzione così significativa di ogni componente del velivolo comporta. È necessario ridurre al minimo non solo la meccanica della fusoliera e delle ali, ma anche l'alimentazione, i sensori di navigazione e i circuiti di controllo. In questa fase, la chiave è la ricerca di materiali ultraleggeri ma resistenti e lo sviluppo di algoritmi che, con una potenza di calcolo limitata, consentano un volo stabile in condizioni operative.
Predecessore norvegese e standard mondialeL'attuale punto di riferimento nel campo dei microdroni per uso militare resta il PD-100 Black Hornet, un drone in miniatura prodotto in Norvegia, lungo 10 cm e simile a un elicottero in miniatura.
Può effettuare ricognizioni entro un raggio fino a 1 km in 25 minuti. Da diversi anni, il Black Hornet è in servizio presso gli eserciti tedesco, americano, australiano, norvegese e francese e, dal 2019, supporta anche i soldati dell'Unità Militare Commando di Lublino. In pratica, questo significa che le piattaforme di micro-ricognizione sono entrate a far parte dell'arsenale quotidiano di molte forze armate della NATO.
Contesto strategico e implicazioni legaliL'avvento di un drone delle dimensioni di una zanzara potrebbe cambiare significativamente la natura delle operazioni speciali. Un dispositivo così piccolo da diventare quasi invisibile all'occhio umano, apre la strada all'intrusione in strutture altamente protette, inclusi edifici amministrativi e infrastrutture militari nemiche. Allo stesso tempo, aggrava il dilemma legale relativo all'identificazione degli obiettivi e alla responsabilità per le azioni dei sistemi autonomi.
Gli esperti di diritto dei conflitti armati sottolineano che i microdroni possono trasportare piccoli dispositivi esplosivi o jammer elettronici, complicando la classica distinzione tra armi difensive e offensive.
Prospettive di ulteriore sviluppoSebbene il prototipo cinese sia ancora in fase di dimostrazione, l'entità dell'investimento in ricerca suggerisce un rapido progresso. Se gli ingegneri dell'Hunan riusciranno a risolvere il problema dell'alimentazione a lungo termine in un corpo di piccole dimensioni, mantenendo al contempo la stabilità di volo in caso di forti raffiche di vento, una nuova generazione di dispositivi comuni a forze armate, forze di soccorso e forze dell'ordine apparirà all'orizzonte. Le potenziali applicazioni includono non solo il supporto diretto alle unità sul campo di battaglia, ma anche: il monitoraggio di calamità naturali e la ricerca di persone disperse in aree difficili da raggiungere.
Anche l'aspetto economico è importante. La produzione di droni di dimensioni millimetriche richiede linee di assemblaggio avanzate e componenti estremamente precisi, il che può far lievitare i costi.
Allo stesso tempo, l'adozione su larga scala di tali progetti da parte di una potenza tecnologica globale aumenterà naturalmente la pressione sui produttori concorrenti in Europa e Nord America. La corsa al drone più piccolo e affidabile è già in corso, e il drone delle dimensioni di una zanzara mostrato dalle telecamere televisive potrebbe essere solo l'inizio di questa evoluzione.
Nuove tecnologie, nuove dottrineL'introduzione dei microdroni imporrà anche una correzione nelle tattiche militari. Invece di singole grandi unità senza pilota, ci sarà uno sciame di mini-piattaforme che i comandanti dovranno gestire in tempo reale.
Stanno entrando in gioco anche le tecniche di soft-kill: sistemi di rilevamento e neutralizzazione dei droni, che finora si sono concentrati principalmente su strutture di grandi dimensioni. La risposta alle zanzare dei droni potrebbe risiedere in reti di sensori acustici, antenne radar a corto raggio o persino tessuti protettivi specifici per il personale, osservano gli esperti.
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Wprost