Medio Oriente: Netanyahu esclude l'annessione della Striscia di Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato oggi che Israele “non annetterà la Striscia di Gaza” e che un’agenzia governativa, sulla quale non ha fornito ulteriori dettagli, controllerà temporaneamente l’enclave palestinese.
Le dichiarazioni di Netanyahu, riportate dai media israeliani, sono state rilasciate durante una conferenza stampa con giornalisti indiani, in seguito a un incontro con l'ambasciatore di Nuova Delhi in Israele, poche ore prima della riunione del gabinetto di sicurezza sulle nuove fasi del conflitto nella Striscia di Gaza.
Sulla stessa linea, il capo del governo israeliano ha rilasciato un'intervista alla rete televisiva americana Fox News, nella quale ha anche respinto l'intenzione di annettere territori palestinesi.
"Non vogliamo mantenere [la Striscia di Gaza]. Vogliamo stabilire un perimetro di sicurezza, ma non vogliamo governarla", ha risposto il primo ministro israeliano quando gli è stato chiesto se il Paese intendesse prendere il controllo dell'intera enclave.
Alla fine, la Striscia di Gaza dovrà essere consegnata a quelle che ha definito "forze arabe", ha affermato Netanyahu.
"Vogliamo cedere il potere alle forze arabe, che governeranno [l'enclave] in modo adeguato, senza minacciarci e offrendo una vita dignitosa alla popolazione di Gaza. Questo non è possibile con [il gruppo islamista palestinese] Hamas", ha aggiunto.
In dichiarazioni rilasciate ai giornalisti indiani, Benjamin Netanyahu ha ribadito che gli obiettivi principali dell'offensiva nella Striscia di Gaza continuano a essere "la completa distruzione di Hamas e il ritorno di tutti gli ostaggi".
Secondo le autorità israeliane, le milizie palestinesi tengono in ostaggio 50 persone, di cui solo circa 20 sono ancora in vita.
Netanyahu incontrerà questo pomeriggio il gabinetto di sicurezza israeliano, che comprende diversi ministri e parte della leadership militare, per discutere i prossimi passi delle operazioni nella Striscia di Gaza.
Negli ultimi giorni, i principali media israeliani hanno riferito che Netanyahu intende proporre di estendere l'offensiva nell'enclave, includendo le aree in cui si ritiene siano tenuti gli ostaggi, e di occupare completamente l'enclave palestinese.
Attualmente Israele rivendica il controllo su circa tre quarti del territorio.
Nonostante la riluttanza dei vertici dell'esercito, secondo quanto riportato da Channel 12, le truppe israeliane stanno già preparando un piano che prevede diverse fasi.
Nella prima, l'esercito occuperebbe Gaza City e costringerebbe centinaia di migliaia di abitanti a trasferirsi nella zona di Mawasi, nel sud del territorio, già piena di sfollati.
In una seconda fase, Israele cercherà anche di assumere il controllo dei campi profughi nella Striscia di Gaza centrale, in aree in cui le incursioni militari sono state limitate e si ritiene che contengano le maggiori concentrazioni di ostaggi vivi.
Mercoledì le Nazioni Unite hanno avvertito che se Israele metterà in atto questo piano, ci saranno "conseguenze catastrofiche" per la popolazione della Striscia di Gaza, dove quasi 200 persone sono morte di fame o malnutrizione nelle ultime settimane, secondo il Ministero della Salute controllato da Hamas.
Israele ha imposto un blocco sul territorio e ha impedito alle organizzazioni internazionali di distribuire aiuti alla popolazione, cosa che da maggio è stata fatta esclusivamente dalla Gaza Humanitarian Foundation, creata con il sostegno delle autorità di Tel Aviv e Washington.
Il conflitto nella Striscia di Gaza è stato innescato dagli attacchi guidati da Hamas del 7 ottobre 2023 nel sud di Israele, dove sono morte quasi 1.200 persone e circa 250 sono state prese in ostaggio.
Per rappresaglia, Israele ha lanciato una vasta operazione militare nel territorio, che ha già causato più di 61.000 morti, secondo le autorità locali, la distruzione di quasi tutte le infrastrutture dell'enclave e lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone.
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