I servizi minimi del cuore…

A proposito dello sciopero dei treni: potrei certamente raccontare tantissimi episodi che mi vengono in mente in questo momento, episodi che sono ben impressi nella mia memoria come l'erba di uno stadio che non osa seccarsi finché c'è ancora una palla da rotolare e un campionato da decidere. E mi piace questa cosa, questa nostra scatola nera che è la memoria, che registra gli incidenti aerei dei nostri giorni, che immagazzina ogni spazzatura e ogni barcollamento del nostro vuoto dentro di noi.
Vi racconterò la storia dell'anziana signora che ho visto a Portela de Sintra, un'anziana signora che cercava di saltare su e giù usando due bastoni e levitava come se il pavimento fosse un trapezio. La vecchia impiegò un'eternità ad varcare il cancello e un'altra eternità ad appoggiarsi a un pilastro metallico della stazione per vomitare, a fatica, un catarro senza saliva, un catarro che ribolliva sul pavimento e faceva gorgogliare un respiro pieno di pillole prese la mattina presto. La vecchia sembrava una cuoca: la sua vita era sormontata da un grembiule coperto di grasso, un berretto che nascondeva un elastico a forma di nodo che teneva fermo un ciuffo di capelli bianchi e una camicetta con alcuni bottoni scuciti e fuori posto.
L'anziana signora, con la schiena curva e attaccata a due bastoni, muoveva il fagiolo nell'apparecchio acustico tra continui tremori per sentire da vicino la voce che annunciava dagli altoparlanti della stazione la sospensione di tutti i treni: era uno sciopero generale, senza servizi minimi. La vecchia adagiò la sua pesante età su una panchina della stazione, lasciò che la sua anima si distendesse sui bastoni da passeggio e rimase lì, masticando senza sosta, con la bocca vuota di denti, mentre digeriva a fatica le informazioni sullo sciopero.
La stazione era un deserto di voci; si sentiva solo il rumore di uno dei cancelli che chiedeva aiuto, violato da un lavoratore insonne e sprovvisto di lasciapassare, e si sentiva un francese che guidava una mandria di valigie piene di etichette a bandiera e gridava in un portoghese stentato a tutti i presenti nella stazione, mentre sullo sfondo parlava con una signora di un'agenzia di viaggi.
Gli altoparlanti continuavano a gridare che i treni si allontanassero dalla stazione e anche la vecchia, schiarendosi il viso dalle rughe, ruppe il silenzio e disse: "Quindi, il mio cuore deve dipendere da questa vergogna di servizi minimi che non esistono?" Con le mani a coppa intorno al viso, l'anziana donna trattenne le lacrime che già le rigavano il volto e spiegò di avere problemi cardiaci e di voler andare a Lisbona per un controllo di routine. Il suo cuore era malato, e ogni mese il suo cuore veniva curato con pillole, raggi X, esami e apparecchiature. C'era qualcosa nel suo cuore: lo si poteva vedere dal battito timido e semimorto che muoveva appena il suo petto, pieno di seni scavati dall'età!
Ai piedi dell'anziana donna, una signora panciuta, il corpo completamente distrutto dal grasso, che si trascinava dietro le sue pantofole soffici, con la catenella del suo lasciapassare avvolta intorno al collo come se volesse suicidarsi in ogni viaggio, disse la sua voce nauseata sotto il pianto della vecchia: "Non posso credere che perderò l'appuntamento con il mio ostetrico, l'ho prenotato mesi fa." E lo sciopero era cieco: non si curava delle donne incinte con appuntamenti, non si curava delle lavoratrici delle case di cura che avevano i pannolini da cambiare, o delle anziane con il cuore spezzato dalla vecchiaia che non riuscivano a smettere di sognare, a occhi aperti, Lisbona.
E non c'erano treni! La vecchia rimase seduta lì, completamente abbandonata. Pensò ai treni cancellati e ai servizi minimi del suo cuore che avrebbero potuto gradualmente concludersi senza alcun preavviso, poiché nelle vene del cuore non lavora nessun macchinista o ispettore.
La vecchia arrossì di lacrime, pensò agli autobus che impiegavano anni per arrivare a Lisbona, pensò alle lunghe file alle fermate che presto si erano già serpeggiate sui marciapiedi, pensò in cuor suo che quel giorno non ci sarebbero stati servizi minimi anche se non ci fosse stato nessuno sciopero, pensò allo sciopero che stava abortendo, ogni secondo, il treno embrionale; La vecchia stava morendo lì alla stazione: prima le morirono le labbra, danzando al ritmo delle sue lacrime, poi morì la sua speranza, macchiando di sangue l'intera stazione, e morì anche la sua pazienza, e finì per dire brutte parole che le madri degli scioperanti avrebbero profondamente odiato.
I piccioni, impietositi dalla vecchia, si riversarono verso gli altoparlanti della stazione e incitarono incessantemente la voce della signora, che non si stancava mai di annunciare lo sciopero e la sospensione dei treni. Un gruppo di studenti si è avvicinato all'anziana donna per chiederle se avesse bisogno di aiuto. E la vecchia, bagnando il suo amaro silenzio nei piccoli rivoli di lacrime che teneva tra le mani, rispose: “Lasciatemi morire qui, per favore”.
E questa settimana, signori, quando i treni già effettuano brevi corse di servizi minimi, proprio lì a Portela de Sintra, ho visto la stessa anziana signora con la stessa divisa da cuoca, con gli stessi bastoni da passeggio e la stessa voglia di lottare per i servizi minimi del suo cuore. È un bene che sia viva ed è un bene che non sia morta lì alla stazione come avrebbe voluto. La vecchia remava con i suoi due bastoni, riposandosi a ogni passo e, di tanto in tanto, controllando un dispositivo attaccato al lato del suo cuore. Grazie al cielo sei ancora vivo. Lo sciopero si concluse senza i servizi minimi, ma il vecchio cuore della vecchia non si spense.
Non ho ancora visto la signora incinta, dev'essere mamma in questo momento, dev'essere là fuori, coperta di pantofole soffici, a sputare schiuma di saliva nauseata mentre fissa appuntamenti e si trascina per lavorare a maglia il suo corredino. Deve essere là fuori a cercare i tristi lamenti della vecchia per nascondersi dietro i mesi lenti in cui fissa gli appuntamenti con l'ostetrico. Ma, in mezzo a tutto questo, sono felice, perché i servizi cardiologici di base dell'anziana donna continuano a funzionare perfettamente.
observador