Amatrice ricorda il sisma con una fiaccolata e una cerimonia

Grande emozione e senso di responsabilità verso le aspettative della popolazione e le esigenze di una ricostruzione che ha bisogno di una accelerazione: questo è stato il senso e il messaggio del nono anniversario del tragico sisma che, nel 2016, ha colpito Amatrice e le sue frazioni con 237 vittime delle 299 totali.
Una ricorrenza che è stata caratterizzata per la prima volta, sottolinea il Comune, dal rifiuto di invitare formalmente le istituzioni. Una scelta maturata dall'Amministrazione per due ragioni: "dare dignità esclusiva al dolore e al lutto di un'intera comunità" e mandare "un segnale forte di interlocuzione rivolto alla politica".
Dopo la veglia che si è tenuta durante la notte, con una fiaccolata verso il centro storico, il rientro al parco Don Minozzi, alle ore 3.36 la lettura dei nomi delle vittime e i rintocchi del campanone, questa mattina si è tenuta la solenne deposizione della corona di fiori del governo al monumento alle vittime del terremoto, sempre al parco Don Minozzi. Subito dopo, la messa nel Palazzetto dello Sport, officiata dal vescovo di Rieti Vito Piccinonna, che nell'omelia si è soffermato sulla necessità di pensare al futuro con spirito di comunione e solidarietà.
Erano presenti, oltre al sindaco Giorgio Cortellesi, "a titolo personale" il commissario Guido Castelli, l'assessore Manuela Rinaldi, il senatore Paolo Trancassini. "Questo è il momento della consapevolezza, della ricostruzione realistica e non illusoria o demagogica - ha affermato il sindaco Giorgio Cortellesi - bisogna accelerare la ricostruzione, il disegno della città futura, dai servizi moderni ed efficaci alle infrastrutture, sempre nello spirito di unità che deve caratterizzare una comunità resiliente come la nostra. E ognuno deve fare la sua parte, nessuno escluso".
Castelli: 'ad Amatrice errori, nel 2025 via tutte le macerie'Ad Amatrice "ci sono stati errori amministrativi che hanno prodotto situazioni che hanno richiesto proprio negli ultimi tre anni un'attività indefessa per fare cose che bisognava fare sei anni fa. Mi riferisco alla rimozione delle macerie. Le macerie le abbiamo rimosse in questi due anni e completeremo il lavoro appunto nel 2025". Così il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli, parlando a Radio Vaticana. Secondo Castelli è il 2025 l'anno in cui si sta accelerando sulla ricostruzione dopo il terremoto.
"Abbiamo dovuto rifare tre giorni fa, proprio ad Amatrice - aggiunge - il programma straordinario di ricostruzione perché purtroppo c'erano state omissioni su cui io voglio sorvolare perché non mi interessa dire di chi era colpa. Ma posso sicuramente dire che in questo momento stiamo riallineando tutte le sequenze amministrative, che ad esempio ci hanno consentito sulla ricostruzione pubblica di avviare e gettare le fondamenta del nuovo municipio, di avviare i lavori e i cantieri della nuova caserma di Carabinieri di Amatrice, di proseguire i lavori su due chiese importanti del centro storico e, di avviare i lavori del Museo Cola Filotesio che fa del centro storico di Amatrice un luogo dove non domina più il solo silenzio, ma qualcosa di più". "I temi centrali sono quelli della ricostruzione privata - dice ancora Castelli - dove per una serie di motivi abbiamo aziende che faticano a portare avanti i loro lavori, ma che vanno sostenute. Abbiamo tecnici che devono potersi districare tra le minime questioni burocratiche che però stiamo sfoltendo, capendo che in qualche caso dobbiamo anche usare le maniere forti. La comunità amatriciana ha diritto a una ricostruzione più tempestiva ma stiamo recuperando il tempo perso".
ansa