Cave, affari e polemiche in Lombardia: estrazioni da record nei 616 siti attivi, e un terzo sono concentrati nel Bresciano

8 nov 2025

Al lavoro in una cava di marmo
Milano, 8 novembre 2025 – Lombardia al primo posto per numero di cave, ma il ricavo per le finanze pubbliche è irrisorio. Lo sottolinea il dossier di Legambiente, che vede la regione in testa alle classifiche dei siti che estraggono materiali naturali per le costruzioni, con Veneto e Puglia. La Lombardia spicca inoltre per le aree dove l’attività estrattiva è stata abbandonata, con un totale di 3.102 siti. Nel 2023 sono 412 i siti che risultano autorizzati, per 280 cave in attività.
I datiEntrando nel dettaglio provinciale, i dati più aggiornati sono di luglio 2025 (pubblicati su Open Data Lombardia) parlano di 616 cave, di cui la maggior parte nel Bresciano (255), seguita da Bergamo (92) e Pavia (60). Cosa si estrae? Per la Lombardia, sono 10,2 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia a fare la parte del leone; ci sono poi 965mila di pietre ornamentali, 2,7 milioni di calcare, 965mila di quarzite o sabbie silicee.
Il report di Legambiente“A fronte di questo intenso sfruttamento di risorse, che influisce sia sul paesaggio sia sulle emissioni inquinanti e climalteranti, il ricavo per le finanze pubbliche in quanto a canone dovuto è incredibilmente basso, legato com’è a criteri ormai obsoleti”, denuncia Legambiente. Il report mette in luce, infatti, il mancato guadagno per l’economia regionale: se il canone fosse allineato al parametro utilizzato nel Regno Unito, preso ad esempio dal report (20% del prezzo di vendita del materiale), la Lombardia incasserebbe circa 19,4 milioni, a fronte di un introito attuale di poco più di 8,1 milioni (attualmente il canone è applicato sui metri cubi estratti).

“L’attività estrattiva in Lombardia può e deve ridurre i suoi volumi, a vantaggio di filiere più sostenibili che possono riutilizzare materiali ricavati da demolizioni selettive, una tecnica sulla quale serve più attenzione – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. La regione manca di un piano cave e frammentare le regole tra le diverse province non contribuisce all’innovazione, pensando anche alle necessarie progettualità per le tante cave abbandonate”.
I tentacoli della criminalitàIl settore delle cave è presente nel ciclo del cemento illegale, dominato dalla piaga dell’abusivismo edilizio, che contempla anche le infiltrazioni delle mafie nella produzione del cemento e nel ramo del movimento terra, il caporalato nei cantieri e la corruzione nelle filiere degli appalti. Risalgono a gennaio le operazioni dei carabinieri in due cave in Lombardia che hanno portato alla denuncia di quattro persone e all’elevazione di multe per oltre 700mila euro, una a Montirone e l’altra a Sabbio Chiese, entrambi piccoli comuni della provincia di Brescia; a settembre il Gip del Tribunale di Brescia ha deciso gli arresti domiciliari per un uomo che avrebbe tentato di corrompere un geometra incaricato dal Comune di Ghedi perché falsificasse il rilievo topografico di una cava di inerti, per “sanare“ le gravi difformità con cui era stata gestita l’attività estrattiva.
Il Giorno





