La faida tra Sinti a Lonato del Garda e l’omicidio di Dolores Dori: accertamenti su due pistole trovate nei boschi


Dolores Dori, 43 anni, è stata uccisa la sera del 2 ottobre nel campo nomadi di Lonato del Garda
Lonato del Garda (Brescia), 8 novembre 2025 – Di chi fossero, prima di essere nascoste tra le frasche, è da capire. Se abbiano sparato, pure. Ma sembra probabile il collegamento con l’omicidio di Dolores Dori. Si parla di due pistole, una è a tamburo – un modello Python calibro 357 Magnum –, l’altra è una Ruger calibro 9. Le armi, entrambe in buono stato di conservazione, sono state rinvenute lo scorso 4 novembre dai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale e della compagnia di Desenzano del Garda a Lonato, nei pressi del campo nomadi abusivo teatro del delitto della quarantatreenne sinti.
Trovate in un sacchettoErano in un sacchetto di plastica abbandonato in una zona boschiva. Un luogo nel quale da allora – era il 2 ottobre – non c’è più anima viva. Per la vicenda i militari non smettono di indagare. A premere il grilletto dell’arma che ha ucciso la figlia della “regina dei sinti di Pistoia” è stato il consuocero di Dori, Roberto Held, 50 anni, che si è costituito dieci giorni fa prendendosi tutta la responsabilità dell’omicidio e che ora si trova in carcere.
Cuore e gerarchieMa per la medesima vicenda, che affonda le radici in una faida familiare per questioni di rango e di cuore, sono stati arrestati anche la madre della vittima, Amalia Levacovich, 59 anni, e il nipote sedicenne, figlio di Dori, i quali rispondono invece di tentato omicidio. Una storia, questa, in cui sono comparse sulla scena molte pistole, portate da entrambe le fazioni, e mai fatte ritrovare.
Per questo sia la Magnum, sia la Ruger, saranno analizzate dalla Scientifica con l’obiettivo di “decodificarne” provenienza, appartenenza e utilizzo. Roberto Held aveva raccontato ai carabinieri e al gip durante l’interrogatorio di convalida di avere sparato alla cieca con due pistole dopo avere visto la portata dell’attacco di fuoco organizzato dalla vittima e dalla madre. Dori e la “regina dei sinti” quel giorno avevano fatto irruzione in auto, arrivando a Lonato apposta da Venezia. Avevano sfondato il cancello del campo con la macchina in retromarcia.

Con loro c’era uno dei figli della vittima, appena 16 anni. Le signore si erano messe a sparare all’impazzata in direzione delle roulotte di Held, padre di un giovane che aveva avuto una relazione contrastata con una delle figlie di Dori, mentre il ragazzino riprendeva la scena con lo smartphone. Un dettaglio che ha poi permesso agli inquirenti di ricostruire gli antefatti dell’omicidio e di incastrare la nonna e lo stesso minore. Dori sarebbe stata centrata da tre proiettili, e uno l’avrebbe raggiunta alla schiena, forse mentre stava scappando.
Il Giorno





