Torino, a scuola un minuto di silenzio per Gaza. L’Unione delle Comunità ebraiche: pericoloso

Con un minuto di silenzio per Gaza si è aperto il nuovo anno scolastico a Torino. L’appello - lanciato dalla rete informale ’Scuola per la pace Torino e Piemonte’ - è stato raccolto da numerosi istituti del capoluogo piemontese dove studenti e docenti hanno voluto manifestare così la loro vicinanza alla popolazione palestinese che da molti mesi ormai vive sotto costanti bombardamenti. In alcune scuole il minuto di silenzio è stato osservato subito dopo l’ingresso in classe, in altre è previsto durante la mattinata. Anche i genitori di numerosi istituti hanno voluto partecipare alla manifestazione di solidarietà con Gaza.
«Dinanzi a numerose iniziative che invitano nel primo giorno di scuola a dedicare l’attenzione con forme diverse» come «un minuto di silenzio, unicamente alle sofferenze subite a Gaza, sentiamo il dovere di rimarcare la pericolosità di tali scelte, per l’impegno che invece il sistema scolastico deve generare in termini di rispetto ed equilibrio». È l’appello dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, rivolto anche al ministro dell’istruzione. «È un preciso dovere nel primo giorno di scuola ricordare tutti coloro che non possono spensieratamente e liberamente vivere questo momento - sottolinea l’Ucei -, con il pensiero rivolto anche ai bambini israeliani, ex ostaggi ed orfani, feriti e sofferenti per i crimini subiti dal massacro di Hamas del 7 ottobre» o ai «bambini ucraini».
«In queste iniziative - scrive l’Unione delle Comunità ebraiche italiane in merito alle azioni previste per il primo giorno di scuola rivolte a Gaza -, sembra mancare un riconoscimento della complessità della situazione e del contesto che ha portato all’escalation del conflitto, a partire dall’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, compiuto da Hamas contro civili israeliani». «Con l’apertura del nuovo anno scolastico - spiega l’Ucei -, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane desidera richiamare l’attenzione di ogni soggetto coinvolto - ministro, dirigenza, ispettorati, docenti, studenti, famiglie, sindacati - al proprio grado di partecipazione e responsabilità, per favorire la frequenza in un ambiente accogliente e tutelato. A proteggere e vivere il percorso educativo in un contesto scolastico di unità e di civile formazione. Solo in uno spazio equilibrato gli studenti possono acquisire, con gradualità e maturità, le competenze che li guideranno a sviluppare una coscienza personale, consapevole e autonoma, di fronte alle sfide, ai dilemmi morali e laceranti e alle tragedie del nostro tempo», conclude l’Ucei.
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