F1, le gare si vincono anche con simulatori, controlli da remoto e IA: ecco come

“Qualcuno ha detto che la Formula 1 è un business troppo grande per essere considerata uno sport, ma che è anche uno sport troppo competitivo per essere considerato un business”. Garry Mannion è il Team Expert di Mercedes-AMG Petronas in Formula 1 e ci guida fra padiglioni e corridoi della fabbrica di Brackley, nel cuore del Regno Unito, dove le frecce d’argento prendono vita, da progetti digitali ad auto reali da competizione.
Brackley, dove i rendering diventano realtàLo stabilimento, 60.000mq di pura innovazione, si trova circa a 70km a nord-ovest di Londra ed è al centro della motor valley inglese. Nella zona, infatti, trovano sede altri team, fra i quali McLaren, Williams e Aston Martin.
Uno spazio nato per ospitare inizialmente 315 addetti e che oggi ne conta 1300. Ai quali se ne sommano altri 1200, contando anche chi lavora nella non distante sede di Brixworth.
Ingegneri, designer e meccanici che contribuiscono allo sviluppo costante delle auto da gara. Dalla costruzione di ali e telai, alla tornitura delle più piccole parti della vettura.
“Con il nostro personale – racconta Mannion – siamo in grado di garantire un funzionamento della fabbrica 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno”. Le strutture di Brackley includono, fra le altre cose, una galleria del vento per testare le vetture, banchi di prova, forni per la cottura della fibra di carbonio e il simulatore di pista del team. Un’enorme macchina collettiva alimentata al 100%, secondo i dati Mercedes, da energie rinnovabili.

Nella settimana del Gran Premio di Gran Bretagna, a Silverstone, il via vai in fabbrica è tangibile. Le speranze per il pilota di casa George Russell e per il “nostro” Kimi Antonelli, d’altronde, nascono da Breckley.
Ma se da un lato il mondo motoristico si fonda ancora su principi meccanici, per quanto innovativi, dall’altro è innegabile come la gran parte del lavoro, anche durante le fasi di gara, si basi su analisi di dati, calcoli probabilistici e tecnologie sempre più raffinate. Tra queste, il fiore all’occhiello di Brackley è senz’altro il simulatore "driver-in-loop", ovvero il dispositivo usato da piloti e tester per valutare assetti, modifiche e aggiornamenti delle auto.
“È nei fatti il vincitore di otto campionati del mondo costruttori e sette piloti”, dice uno dei tecnici addetti alla messa in prova. La scocca di una monoposto, alloggiata su un carrello motorizzato, è di fronte a un ampio led-wall che proietta il circuito pre-selezionato. Oltre ottanta computer elaborano i modelli di input forniti dalla scuderia e, incrociando questi con le risposte del pilota al volante, restituiscono i dati su cui il team lavora per la pista.
Il simulatore e il ruolo di Team Viewer
I critici della Formula 1 moderna la chiamano spesso “Formula Play Station” in senso dispregiativo, proprio per l’uso estremo che si fa del simulatore.
Ma non essendo più contemplati i test privati, alternative credibili, al momento, non ce ne sono. “Kimi Antonelli, al primo anno in F1, viene qui a provare sui circuiti dove non ha mai corso e i risultati si vedono”, ci viene ricordato. Ma il simulatore non viene utilizzato solamente nei tempi “morti” fra una competizione e l’altra. Bensì, anche durante i weekend di gara, un pilota di riserva spesso si trova a lavorare con il simulatore.
“Garantire che il team di ingegneri abbia accesso ai dati che provengono dal simulatore in tempo reale – spiega Steven Riley, Head of IT Operations per Mercedes-AMG – è fondamentale per garantire le prestazioni in pista”. E di fatti, in uno degli edifici di Brackley, è presente una race support room, connessa direttamente al box di gara, dove 28 persone analizzano dati di pista e del simulatore per fornire indicazioni a piloti e ingegneri sul campo.
L’intero sistema di connessione fra simulatore e personale sui circuiti, come del resto la possibilità di accedere da remoto ai dati provenienti dalla pista è garantito per Mercedes da Team Viewer, software tedesco di controllo remoto che nella sua versione base ha raggiunto oltre 2,5 milioni di installazioni al mondo.

Grazie alla piattaforma Tensor di Team Viewer, il team di Brackley ha facoltà di interagire direttamente con gli ingegneri in pista per apportare modifiche agli assetti nel minor tempo possibile. “Il concetto è quello di estendere il box oltre il paddock di modo che – racconta Mark Banfield, CCO di TeamViewer – vi sia una connettività in tempo reale tra la fabbrica e il circuito. Siano le gare in Europa, a poche centinaia di km da qui, siano esse in Australia, Giappone o Brasile”.
Passano gli anni e i regolamenti, ma il tempo resta così il concetto più prezioso della Formula 1. E non solo per gli ingegneri.
“Avete presente gli schermi che si abbassano sulle vetture quando i piloti sono al box?”, chiede Banfield. “Quell’insieme di dati, telemetrie, registrazioni video di cui i piloti necessitano fra una sessione e l’altra noi li forniamo in tempo reale”. E sono anche quei dati, esperiti direttamente dal pilota, a determinarne le scelte in termini di assetto della macchina.

Proseguendo la nostra visita a Brackley, notiamo decine di designer intenti a progettare soluzioni aerodinamiche (talvolta in stanze dai vetri increspati per non poter sbirciare all’interno) e clean room sigillate dove vengono effettuate prove sui componenti delle auto in fibra di carbonio.
“Per un’auto di Formula 1 utilizziamo circa 50 diverse soluzioni in fibra di carbonio”, ci ricorda Garry Mannion, Team Expert di Mercedes. E il fervore che c’è in fabbrica, probabilmente, non deriva solo dal gran premio di casa (Silverstone è a circa 20 minuti da qui), ma anche dal fatto che a partire dal 2026 la Formula 1 cambierà radicalmente regolamenti per ciò che concerne motorizzazione, aerodinamica e pneumatici.
“La nostra prima gara è stata nel 1952 proprio a Silverstone e – continua Mannion – il regolamento delle corse era composto solo da una pagina. Oggi le pagine sono oltre 500”. Il segreto della vittoria, in fondo, sta sempre nell’incrocio fra la migliore interpretazione possibile delle regole e l’ottimizzazione della spesa per progetti e materiali. “E su questo qualcosina abbiamo imparato”, scherza Mannion.

Il futuro dei gran premi è sempre più tecnologico – Inevitabile, quando si passeggia in una fabbrica dove si produce anche il più piccolo componente di un’auto, diventa la domanda sul futuro delle competizioni con l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale.
Se il simulatore ha sostituito i test privati, l’IA, a sua volta, sostituirà il simulatore? “Diciamo che alcuni ruoli saranno assolutamente ridimensionati ma sicuramente – risponde Steven Riley, capo dell’IT in Mercedes – l’obiettivo è andare oltre l’utilizzo che ne stiamo facendo oggi, e cioè per l’analisi delle performance o la revisione di grandi moli di dati in tempi ristretti. L’IA deve aiutarci ad essere anzitutto più produttivi in fabbrica. Se lo fossimo già solo del 20% sarebbe un grande risultato”.
E così, come per il controllo dei dati da remoto o l’uso del simulatore in parallelo alle competizioni, anche sul fronte dell’IA la Formula 1 sta spostando l’aspetto sportivo dai circuiti a luoghi sempre più lontani. Vale a dire che i gran premi, nell’era moderna, non si vincono solo in pista ma sempre di più in posti remoti, innovativi ma, non per questo, meno meno magici, come Brackley.
La Repubblica